tag:blogger.com,1999:blog-79425698548542544612024-02-07T09:33:14.880-08:00Stellarturoigeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.comBlogger30125tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-84760191859342658112014-06-10T03:22:00.001-07:002014-06-10T03:24:19.159-07:00LiberAmore<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
LIBERAMORE</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Arriva l'estate, anche se
burocraticamente è ancora primavera. Arrivano i festival, la strada,
le carovane e tornano puntuali le stesse riflessioni . Sono sensibile
al tema, è indiscutibile. Appena sento parlare di amore libero, la
maestrina che è in me sussulta e filosofeggia sulle parole.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Perché anche se libero,
incondizionato, universale...sempre di amore deve trattarsi. Diverso
dal trastrullarsi giocosamente saltando di uomo in uomo o di donna in
donna o di uomo in donna, senza legami di alcun tipo e senza cura.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Cura.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Questa parola mi piace moltissimo e mi
risuona dentro forte da quando sono piccola. Da quando leggevo Don
Lorenzo Milani obbiettare contro il servizio militare incitando i
giovani a considerarsi tutti l'unico responsabile di tutto, dal
momento che 'l'obbedienza non è più una virtù ma la più turpe
delle tentazioni'.Da quando leggevo di quel “I care” dipinto a
grandi lettere sulle mura della scuola di Barbiana. Mi importa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A me importa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Di ogni essere con cui condivido il
cammino. E voglio prendermi cura. Sono femmina, d'altronde, e gira
voce che sia il nostro compito.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Imparo da poco a prendermi cura degli
oggetti che ho sempre trascurato. So che devo prendermi cura anche di
me e anche lì sono in cammino. Prendermi cura degli altri è quello
che dicono mi riesce bene. Incondizionatamente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I figli a cui ho dato luce sono
un'ottima scuola. Respirare e aspettare prima di consigliare, di dire
'non è niente' , o 'si fa così ', cancellare il giusto e lo
sbagliato e imparare a vedere le persone che sono, dietro l'etichetta
i 'miei' figli. Che miei non sono di certo. Come non può essere mio
l'uomo che amo in questo momento. Non è mio il cane che ospito. Non
è mia la terra che accudisco.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma me ne prendo cura.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mi sento responsabile del loro stare
bene.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sento che la mia cura è ciò che posso
dare all'universo in cambio dei doni che ogni giorno ricevo.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non è facile restare dentro alla
fiducia. Impormi , fino a che diventa naturale, di vedere le persone
al di là delle etichette, dei giudizi superficiali che sono tentata
di dare, difficile riconoscere che i loro comportamenti , a volte
dolorosi per me, 'non sono la mia bomba', come mi ha insegnato
Ellika, grande maestra. Sono le loro ferite che parlano perché ho
toccato qualcosa del lato oscuro, perché ci facciamo tutti da
specchio.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Difficile non trasformare questo in un
essere sempre disponibile cancellando i propri bisogni. Restare ad
accogliere un pianto di un figlio o una richiesta di un genitore, o
la rabbia di un uomo, restando amorevole ma dicendo 'No'. Ti amo, ti
accolgo, ma questo per me non va bene.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' un duro lavoro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E per questo quando sento dare nome di
libero amore a quello che è libero sesso, mi intristisco un po'.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non confondete la libertà col
desiderio di non essere coinvolti.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quando si ama sì è coinvolti e
nessuno è solo. Non ci si gira dall'altra parte dopo l'orgasmo e
ognuno per la sua strada. Nulla di male in questo. Anche io ho Venere
nello Scorpione :-) .</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma è un'altra cosa.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E mi accorgo di scrivere questo non
come donna 'coinvolta', come l'anno scorso. Mi sento come la donna
anziana che parla ai giovani...sento che i capelli bianchi iniziano a
fare effetto, sento di dovere dare l'esempio, scrivere nuove storie,
cantare nuove canzoni e inventare una nuova mitologia che porti
immagini diverse a cui ispirarsi.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Perché le parole sono realtà, vibrano
e cambiano il mondo come i pensieri a cui sono legate e allora se
racconto ai miei figli sempre la storia del principe e della
principessa....o canto 'u cunigghio' che speranza ho di fare la
rivoluzione?</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
…. E chi mi ama mi segua !</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaCHnv_Bvp-WyY0xfvK0obZsGJIRxCf9uo2b-Q2F39AVnPoYtow1CROjEhhvodutxoOoEEqDRC07Hj2XZ5lov5IRkFTpf8JAC0XnxXGRXtBol68emDarYkkBoxuBzkG6c0VTd_oQF2_1lA/s1600/amorelibero.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaCHnv_Bvp-WyY0xfvK0obZsGJIRxCf9uo2b-Q2F39AVnPoYtow1CROjEhhvodutxoOoEEqDRC07Hj2XZ5lov5IRkFTpf8JAC0XnxXGRXtBol68emDarYkkBoxuBzkG6c0VTd_oQF2_1lA/s1600/amorelibero.jpg" /></a></div>
igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-35214360987557450992013-09-30T06:53:00.000-07:002013-10-01T04:50:44.487-07:00Educazione pregiudizievole<div class="MsoNormal">
Una bella <a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10201960369760361&set=a.10201960363560206.1073741866.1518495902&type=3&theater">foto</a> di mio figlio mi saluta stamattina dal web.
Un “fotografo dilettante,giornalista professionista”,come Sebastiano si
definisce nella sua pagina, lo ha immortalato ieri alla manifestazione di
Palermo mentre sventolava la bandiera NoMuos. Al vederla sorrido, ricordando l’entusiasmo
che Artù aveva nello sventolare e nel fare sentire la sua voce. Ma, una
frazione di secondo dopo, un altro sentimento mi pervade: mi sento vulnerabile.
Mi viene in mente la dicitura “educazione pregiudizievole” con cui è stato
etichettato il cammino che una cara amica condivide con suo figlio. E mi torna
il desiderio ,che mi ha seguito in questi
mesi di viaggi e vagabondaggi, di nascondermi, di farmi Carbonara.</div>
<div class="MsoNormal">
Mi torna in mente quando ai giardinetti qualcuno ha chiamato
i vigili urbani perché Arturo e Cosimo giocavano scalzi; rivivo nel ricordo le
avventure della mia compagna di viaggio a cui hanno minacciato di levare la
patria potestà della figlia per averla portata a campeggiare nella natura, in
un posto ‘senza infrastrutture’; risento la voce del carabiniere che a Nicosia,
fermato il nostro furgoncino ‘per un controllo’, sussurra al collega “E se
questi bambini fossero rapiti?” e che, quando faccio notare che stiamo
semplicemente in vacanza, mi rivolge sprezzante un “Ah! perché, lavori?”. Non è
pregiudizievole dare del tu a una donna di 40 anni, con due figli, basandosi
sul mezzo di trasporto, gli abiti, i volti dei compagni di viaggio?</div>
<div class="MsoNormal">
Quando cammino per Piazza Duomo tutti mi danno del Lei e non
mettono in dubbio il legame materno con i miei figli.</div>
<div class="MsoNormal">
Ho messo al mondo Arturo e Cosimo nell’ambiente sereno e
sicuro della loro casa, li ho allattati
a richiesta, li ho integrati in tutti gli aspetti della nostra vita da sempre e
mi occupo ,insieme al padre e a tutta la comunità, della loro istruzione che
giudico parte integrante dell’educazione e quindi di competenza familiare.I
miei figli vivono i valori della mia famiglia.E questo viene considerato
pregiudizievole.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGUfTsL3Fve3rlrvykX-qKHJwqUv-kaZTJTPtAIpyFykX08TzkBFgS3O-vRM0R5BomXU7i8RHjHFpWR6w2Pg9B9F53S3hCu6GO3DMTdoJv0geV40P5ZqhzgewjQ6xigIu3gOS4P1JAqiEK/s1600/SAM_0044.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGUfTsL3Fve3rlrvykX-qKHJwqUv-kaZTJTPtAIpyFykX08TzkBFgS3O-vRM0R5BomXU7i8RHjHFpWR6w2Pg9B9F53S3hCu6GO3DMTdoJv0geV40P5ZqhzgewjQ6xigIu3gOS4P1JAqiEK/s320/SAM_0044.JPG" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
Ho visto bambini di al massimo 8 anni essere a proprio agio
la domenica in un centro commerciale, occupare il loro tempo passando da un
rivenditore di telefonini all’altro,disquisire con competenza di tutte le
caratteristiche di ogni apparecchio e sedarsi infine di fronte a un IPad (si
scriverà così? ) in prova, felicemente inebetiti. Forse fanno così ogni
domenica. Non è educazione pregiudizievole? Certo. Ogni famiglia trasmette i
propri valori, le proprie abitudini ,competenze,credenze; i bambini ci vedono vivere anche quando non
ce ne accorgiamo.</div>
<div class="MsoNormal">
Insegnare a un bimbo a camminare con le scarpe, a farsi il
segno della croce, a non arrampicarsi sugli alberi se no cade, a non correre se
no gli viene il raffreddore, a non giocare nel fango se no si sporca, a mangiare
le merendine della Nestlè, a mangiare la carne, a non salire sullo scivolo
partendo dal basso, a non contraddire la
maestra, a obbedire….tutto questo è pregiudizievole.</div>
<div class="MsoNormal">
Si basa sul giudizio,personale come ogni giudizio,del
precettore. Il quale però, nella nostra società,ha la sorte di essere
accompagnato da milioni di individui che condividono questo PRE- giudizio e
quindi si sente autorizzato a definirsi GIUSTO. E a usare l’indicativo. Non si
cammina a piedi scalzi. Ipse dixit.</div>
<div class="MsoNormal">
Ecco forse è solo una questione grammaticale …<span style="font-family: Wingdings; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">J</span> Il cuore del problema
sta nell’indicativo, il tempo della certezza. Sta nel far credere ai nostri
figli che non c’è scelta , che… ‘altrimenti ci arrabbiamo’.</div>
<div class="MsoNormal">
Chissà se il bambino del centro commerciale sa che potrebbe
aver voglia di fare le corse con i carrelli dentro al supermercato ,come i miei
figli; chissà se glielo permetterebbero,chissà se è più libero lui di fare ciò
che fanno tutti o i miei bimbi che vivono cose diverse ma provano anche L’Ipad
(quando lui lo molla!).</div>
<div class="MsoNormal">
Credo che le più grandi soddisfazioni educative si hanno
quando riusciamo a ricordarci di avere di fronte non reclute da addestrare ma
persone con i propri gusti, sentimenti, paure e idee. Sì anche un bambino di 7
anni ha le sue idee personali, spesso più nobili delle nostre e ascoltarle è un
dono.</div>
<div class="MsoNormal">
Ieri durante il corteo, Artù mi ha mostrato un poliziotto che
sorrideva e mi ha detto .”Gli ho fatto il saluto così (mima con la mano il
saluto militare,n.d.a.)e mi ha sorriso.Perchè sai, mamma, io sono NoMuos, ma
rispetto tutti”.</div>
<div class="MsoNormal">
Rispettarli perché imparino a rispettare.</div>
<div class="MsoNormal">
E comunque resta il fatto che se anche queste mie
elucubrazioni possano convincere qualche sparuto lettore delle mie chiacchere,
resta il fatto che noi mamme sole e controcorrente restiamo vulnerabili e l’educazione
dei figli è il terreno su cui si gioca, ahimè, il bracciodiferro che ‘gli altri’
attuano per farci rientrare nei ranghi.</div>
<br />
<div class="MsoNormal">
Tutti in fila per tre.</div>
igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-67901707336502189942013-05-18T00:56:00.000-07:002013-05-18T05:21:39.452-07:00Tutti i colori dell'arcobaleno<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Viaggiando prendo appunti di scuola familiare, in testa e nel cuore, che il quaderno che avevo preparato per lo scopo resta sempre bianco.Viaggiando ci scolarizziamo sempre meno; le competenze si acquisiscono spontaneamente e il mio ruolo di educatrice si allontana sempre di più da quello di maestra.Il mio ruolo è decidere che vita fare. Più persone conosco, più stili di vita incontro più mi domando cosa voglio che vivano i miei figli e quale realtà voglio che considerino familiare.Oggi mi frulla in testa questo....</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG69mhP1nlT_tgEq01x-3F4gF6U-ce-3tg4Tet2Nh8DqCXDJcQ7W_e4dZeGtnbbYYp3GIj7BPvbQWrZsW59z6Ti4b6Gvvvrrr10oHtrp9JuQW510S2s7AV0eOszR_B7PUMvArglNth62l3/s1600/Woodstock-Georges-Beutter-b-22_galleryphoto_paysage_std-580x3371.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG69mhP1nlT_tgEq01x-3F4gF6U-ce-3tg4Tet2Nh8DqCXDJcQ7W_e4dZeGtnbbYYp3GIj7BPvbQWrZsW59z6Ti4b6Gvvvrrr10oHtrp9JuQW510S2s7AV0eOszR_B7PUMvArglNth62l3/s320/Woodstock-Georges-Beutter-b-22_galleryphoto_paysage_std-580x3371.jpg" width="320" /></a></div>
<i><br /></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Gli spregiudicati non si lasciano più
commuovere dall'amore e non investono in esso un briciolo di più di
quello che si possono attendere di ritorno. Anche nelle esperienze
che propugnano l'amore di gruppo,nelle comuni l'accento cade sempre
più sui valori della comunione della fratellanza e l'amore viene
ridotto a “fare l'amore”, mezzo per instaurarli praticamente.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>Così,sia nel mondo della
controcultura, sia nel mondo borghese non si crede più
nell'amore,solo che mentre nel primo si cerca almeno di trasformarlo
in dialogo umano nel secondo è già diventato uno scambio.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i>La sessualità in nome della quale il
gioco continua perde il suo carattere di ebbrezza per diventare
funzione fisiologica o meglio sistema di gratificazione e così
impoverita sembra non riesca a tenere uniti gli uomini sempre più
soli.</i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<i><br /></i></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tratto da" vivere in comune" di non mi ricordo chi<br />
<br />
Ebbrezza....voglio che sperimentino ebbrezza nel vivere e nell'amare...ma come guidarli?</div>
igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-25698903896352214812012-07-23T03:07:00.004-07:002012-07-23T03:09:09.778-07:00Onda su onda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdGAJ-cGwQ5JyncfzNdT8M_A0nTNqkHj_W-3WUtmmAcvk8CR6qaFuY8BTQTtVpJtNhEWQsKEVJvpisLhTZRNaFZz5COqwUF3MjfAeBFoAjwa_PguuRJMRyXivkNNFTacuXCvxprsfK-sn7/s1600/5697801-bella-spiaggia-e-le-onde-del-mare-dei-caraibi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdGAJ-cGwQ5JyncfzNdT8M_A0nTNqkHj_W-3WUtmmAcvk8CR6qaFuY8BTQTtVpJtNhEWQsKEVJvpisLhTZRNaFZz5COqwUF3MjfAeBFoAjwa_PguuRJMRyXivkNNFTacuXCvxprsfK-sn7/s200/5697801-bella-spiaggia-e-le-onde-del-mare-dei-caraibi.jpg" width="200" /></a></div>
E' estate e le onde del mare ci accarezzano e ci rendono più sopportabile il caldo. Ma mentre cerchiamo di rillassarci sulla spiaggia, cercando di connetterci col respiro di Madre Terra e radicarci, altre onde ci avvolgono e sicuramente non sono per il nostro corpo e per la nostra psiche il dolce effetto massaggiante di quelle marine<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Copio un passo dal libro: <em>Difendersi dall'elettrosmog</em> Ulrich Kurt
Dierssen Stefan Bronnle Terranuova Edizioni</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
"molto sorprendenti sono stati i
risultati di due grandi studi epidemiologici, uno studio
caso-controllo e uno studio di coorte prospettico, pubblicati nel
2000, che hanno mostrato su dati californiani, l'esistenza di una
correlazione tra aborti spontanei e valori massimi di esposizione a
campi magnetici.In particolare, mettendo in relazione il numero di
aborti spontanei durante le prime 20 settimane di gravidanza in
presenza di campi magnetici alternati di frequenza pari a 60 Hz, è
stata trovata una relazione tra incidenza e valori di densità di
flusso superiori a 1600 nanoTesla, misurati per mezzo di dosimetri
personali. Non è stata invece scoperta nessuna rrelazione tra
incidenza e livello medio di esposizione.In particolare il 75% delle
donne erano esposte a punte di campo magnetico superiori a 1660nT e
il 40% degli aborti spontanei risultavano associati a densità di
flusso maggiori di tale soglia.Applicando questo risultato
all'Austria, si ottine una stima di 5800 aborti spontanei l'anno.Per
fare un confronto, l'austria registra circa 1000 morti l'anno a causa
di incidenti di traffico."</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMbpUZi531wKFstZoej1LuF3-93M4AGo0BxqeFQz8c2p2tNGJPC5omTNWpxnRPAVDOw83oREL8npMEwpRLEK_KVsQZ-gSrtYxd_goIpzwywOOZW36ZHGmaDG21HjX4hwJ_fG0L-h5bUMvd/s1600/divieto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMbpUZi531wKFstZoej1LuF3-93M4AGo0BxqeFQz8c2p2tNGJPC5omTNWpxnRPAVDOw83oREL8npMEwpRLEK_KVsQZ-gSrtYxd_goIpzwywOOZW36ZHGmaDG21HjX4hwJ_fG0L-h5bUMvd/s1600/divieto.jpg" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho scelto un passo tra tanti,parlava di gravidanza e quindi era forse più in tema di altri ...</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Gli studi a cui si fa riferimento sono questi
:</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Lee GM,neutra RR,Hristova L, Yost M,
Hiatt R<i>A a nested case control study of residential and
personalmagnetic field measures and miscarriages </i>Epidemiology
2002</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Li DK, Odouli R,Wi s,Janevic T,Goldtich
i, Bracken TD, Senior R,Rankin R,Iriye R<i> A population-based
prospective cohort study of personal exposure to magnetic fields
during pregnacy and the risk of miscarriage</i> Epidemiology 2002</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Penso che per chi lavora attorno alla gravidanza sia una buona norma morale imparare a parlare di campi elettromagnetici alle donne incinte.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-19916396476521386462012-06-30T02:23:00.002-07:002012-06-30T02:28:12.590-07:00Scuola familiare. imparare insieme<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mamma ma perché per andare dai nonni
prendiamo sempre la nave?</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tutto inizia sempre da una domanda. Una
curiosità che si accende all'improvviso, sembra, ma che cova da un
po', il tempo di raccogliere dati, collegarli, vedere cosa manca per
chiudere il cerchio.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Una domanda, si sa, tira l'altra.
L'isola, la Sicilia, lo stretto.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Sulla carta geografica si seguono segni
ancora troppo astratti. Non che non serva, ma non è abbastanza
reale. Verrà conservata, lo so, in una allocazione di memoria fin
quando, poi, un programma che ha bisogno proprio di quella
informazione per poter girare, la scoverà e farà sovrapporre i
segni con la terra che simboleggiano.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E' estate, vacanza, per chi va a
scuola. Un tempo di autonomia come un altro, per noi. Dunque si
parte. Destinazione: il duemari.</div>
<br />Io non ci sono mai stata: dunque è un
viaggio di istruzione anche per me.<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
È da un po' che durante le attività
quotidiane mi viene da tradurre in scolastichese ciò che stiamo
vivendo. La probabilità di dover sostenere un esame di verifica mi
induce a trovare una cornice adatta (e comprensibile a chi non
condivide la nostra visione) per mostrare che le nostre esperienze
sono apprendimento. Nonostante siano mescolate nella vita di tutti i
giorni e siano sempre divertenti. Nonostante siano l'esatto opposto
della scuola. Anzi proprio per questo, ma non glielo facciamo
notare.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Così da insegnante mi chiedo, tra il
serio e il faceto, e ora che materia stiamo svolgendo?</div>
Credo proverò a tenere un diario.
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In questi tre giorni abbiamo (questo è
banale) studiato geografia. Nessuna lezione. Dove andiamo? A Nord.
Orientamento. E quella terra che vediamo cos'è? La Calabria. Si può
andare a nuoto? Quanto è distante? Ci sono gli squali? I pesce spada
ci sono sempre? Li pescano solo qui? Biologia. O nel linguaggio delle
scuole basse, scienze.
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Perché lo chiami sempre il due mari?
Oceanografia. Le correnti. Letteratura. Il duemari. Lo Scill'e
Cariddi. Perché io sono qui sulle orme di 'Ndria Cambrìa, con la
testa piena di suggestioni letterarie.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Camminando lungo il profilo della
terra....”Mamma! Ma perché qui non si vede più la Calabria?” È
proprio tutto lì il senso...è questa magia che siamo venuti a
inseguire e forse mi sembra di aver barato un po', io lo sapevo da
prima che andavamo incontro a questo. Ma perché allora ha funzionato
lo stesso? Perché la mia emozione è autentica. Perché sto facendo
una cosa che piace a me; perché esploro per davvero, per il gusto di
esplorare e non perché 'devo mostrargli lo stretto'. E loro dunque
seguono il mio cuore.</div>
<br />Il due mari. Camminando sulla spiaggia,
il corpo ricorderà... la sabbia che diventa gradualmente riva di
sassi, il blu che diventa verde, il freddo gelido che diventa
tiepido. E, a mare, quella linea netta, ben visibile, tratteggiata di
vortici, un susseguirsi di figure di interferenza. Come faceva
Ciccina Circè, di notte, con la sua barchetta, a dimenarcisi, mi
chiedo.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIT1gBH7WgOQe9hPe4XLT5EjWvMYdYmUPYYxFuIRPtpP_N4N9FeMvkEuzksV8MKcUuZeN1bUEssKS59eRd0FvD7vuUHSDI4fjLNKdUAWrm4gzKmbXxtfyyiCUATkg-uIzBq_hMrc3jpJuW/s1600/DSCN3733.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIT1gBH7WgOQe9hPe4XLT5EjWvMYdYmUPYYxFuIRPtpP_N4N9FeMvkEuzksV8MKcUuZeN1bUEssKS59eRd0FvD7vuUHSDI4fjLNKdUAWrm4gzKmbXxtfyyiCUATkg-uIzBq_hMrc3jpJuW/s320/DSCN3733.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Loro seguono il mio cuore e io seguo il
loro. La loro autentica curiosità e il loro stupore mi fanno infine
affezionare al Pilone (che ci insegna le parole archeologia
industriale, Signora Maestra, e qualche concetto sull'elettricità e
la sua trasmissione) che, se fosse stato per me, non avrebbe
suscitato grande ammirazione. Ma Arturo lo vuol vedere da tutte le
angolazioni, di giorno e con il buio,andarci sotto, vorrebbe
arrampicarcisi, ci si fa fotografare insieme e lo vuol fotografare
tutto, dovendo per questo 'per forza' imparare le leggi della
prospettiva, lottando per un tempo abbastanza lungo con
l'impossibilità di farcelo entrare tutto nella foto, da così
vicino, e risolvendo per fare tre foto che poi vorrà comporre a
casa.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A proposito di foto,il parco letterario
Horcynus Orca ci ha regalato una bella mostra fotografica e una
mostra di arte contemporanea che Arturo e Cosimo hanno preferito alla
sala museale di esposizione permanente che normalmente viene
suggerita come percorso didattico per i bambini (a me invece
l'algario è piaciuto tantissimo). Ma questo già non fa più parte
dei programmi scolastici. Guardar fotografie. Opere d'arte
contemporanee. Solo perché son belle. Senza che ci sia uno scopo.
Educazione all'immagine?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Educazione alla bellezza? Percorso
didattico tra le emozioni? Traduzione di sentimenti?</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Così come non potremmo mettere nel
nostro programma scolastico le ore passate a osservar sassi.
Bellissimi. “Orati”, dice Arturo, e siccome non mi chiede di cosa
son fatti (che comunque non saprei rispondere) restano “orati”
perché son veramente magici ed è bello che lo restino. Mentre per
Cosimo quelli bianchi bianchi sono i migliori. E comunque fanno
sorgere un dubbio: “Mamma come si riconosce una pietra focaia?”
Ahimè non lo so... Ma vedo che tra tutte le suggestioni e meraviglie
di questo viaggio l'attenzione di Arturo è in massima parte attratta
dalla voglia di montare da sé la tenda, dal prepararsi da solo un
giaciglio accogliente, da come risolvere pacificamente le nostre
relazioni con le formiche, preservando il nostro cibo.... insomma le
cose serie della vita!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Le cose serie della vita, i giochi, le
favole, le cose di bimbi, Cola Pesce e Scilla che proprio su quella
spiaggetta lì conobbe Glauco e i miei bimbi accolgono la scoperta
con estrema serietà perché le favole son serie.
</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E su quella bandiera cosa c'è scritto?
No al ponte. Che ponte? Perché?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tante cose nuove, tra una granita e
l'altra, dopo un giro in giostra e un tuffo a mare. Fluendo insieme a
tutto il resto e facendo sembrare un nulla quello che invece, scritto
qui, sembra un monte di roba. Certo, lo sarebbe, se ci fossimo messi
in testa di impararlo apposta. Ma non ce ne siamo quasi accorti.</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tante domande e osservazioni che non si
possono scrivere tutte. Io quello che ho sperimentato e ho
riscoperto, visto che già ci credevo prima, è l'impossibilità di
dare un ordine al sapere. Discriminare tra cosa è importante e cosa
no. Cosa è degno d'attenzione e cosa di seconda scelta. Dipende, da
me da te, da quando...</div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
E c'è sempre l'imprevedibile, tanto
che, scendendo dalla macchina, al rientro a casa, correndo ad
abbracciare papà, Arturo come prima cosa grida : “Papà! Abbiamo
visto tanti topi!”. Che ahimè è vero e mi risuona dentro quella
domanda a cui non ho saputo dar risposta: “Perché è tanto
sporco?”.</div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-32876329112802581342010-11-18T00:29:00.000-08:002010-11-18T00:33:16.967-08:00Scuola"Nelle scuole dove spesso intervengo, gli insegnanti sono come delle bottiglie di latte e gli alunni come i bicchieri vuoti allineati. L'insegnamento consiste nel versare il latte nei bicchieri. Al momento dell'esame il latte viene riversato nella bottiglia. Alla fine ci troviamo con trenta bicchieri sporchi e una bottiglia di latte vomitato."<div><br /></div><div>Marshall Rosenberg 'Preferisci avere ragione o essere felice?'<br /><div><br /></div><div><br /></div></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-62082256043514796592010-11-12T09:44:00.000-08:002010-11-12T09:46:29.219-08:00Pensare col corpo<table width="90%" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center" style="font-family: Times; font-size: medium; "><tbody><tr><td width="100%"><p class="titolo" style="font-size: 18pt; color: rgb(102, 102, 102); font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; ">In cinta.<br /><br /></p></td></tr><tr><td width="100%"><p><span class="sottotitolo" style="font-size: 12pt; color: rgb(102, 102, 102); font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: left; "><span class="sottotitolo" style="font-size: 12pt; color: rgb(102, 102, 102); font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; text-align: left; ">In greco il fatto di essere incinta si può tradurre con "essere legata", e partorire con "essere slegata".</span><span class="preArticolo" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(102, 102, 102); text-align: left; font-size: 10pt; font-weight: bold; "><br /></span><br /><br /></span><span class="preArticolo" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(102, 102, 102); text-align: left; font-size: 10pt; font-weight: bold; ">I greci, al momento della nascita, slacciavano le corde, le cinture, le fibbie e aprivano le porte, le serrature, gli scrigni.</span></p><p class="articolo" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; font-size: 10pt; ">Il simbolismo del cordone da tagliare, del legaccio da slegare è talmente evidente al momento del parto che solo una società come la nostra, così disturbata nella sua vita simbolica, può non sentire l'aspetto odioso che c'è nel bloccare, o più precisamente nell'"ammanettare" come una prigioniera la donna che partorisce.</p><p class="articolo" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; font-size: 10pt; ">Le si chiede anche di trattenere le grida e di frenare le proprie emozioni! Si chiede al guerriero di trattenere il suo grido di energia? Questa barbarie medica disturba non solo il processo della nascita, ma l'intera funzione simbolica: come facciamo a lasciare che il nostro bambino nasca, cresca e si distacchi quando noi stesse siamo trattenute, legate e imbavagliate per farlo nascere? Come non diventare frigida quando l'immensa energia sessuale ed emotiva della nascita è trattata come qualcosa di inaccettabile?</p><p class="articoloAutore" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; font-size: 9pt; ">G. Paris</p><p><span class="articoloAutoreFonte" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; font-size: 7pt; ">Dal libro </span><span class="articoloAutoreFonte_Corsivo" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; font-size: 7pt; font-style: italic; ">“Hermes e Dioniso”</span></p><p style="text-align: left;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif;font-size:78%;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 9px;"><i><br /></i></span></span></p><p><span class="articoloAutoreFonte_Corsivo" style="font-family: Verdana, Helvetica, Arial, sans-serif; color: rgb(0, 0, 0); text-align: left; font-style: italic; "><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">copio e incollo da <a href="http://www.pensarecolcorpo.com">www.pensarecolcorpo.com</a></span></span></p></td></tr></tbody></table>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-42007140254518730082010-10-20T03:28:00.001-07:002013-05-18T01:07:33.618-07:00Parole<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZvtCC545u9AqaNzov6vo_hMcu3jXR6CsSai_gy7_f64jFosBt2vlTffLOBvhfKMU719fbt0YKpCcEwRGoz4SjQKRmUVvdtzbwSEWahFnvHkgmZCYgNExWlhPqiCPH6z7ozqUM8blZ7l9Q/s1600/mum.png" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5530073942140188050" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZvtCC545u9AqaNzov6vo_hMcu3jXR6CsSai_gy7_f64jFosBt2vlTffLOBvhfKMU719fbt0YKpCcEwRGoz4SjQKRmUVvdtzbwSEWahFnvHkgmZCYgNExWlhPqiCPH6z7ozqUM8blZ7l9Q/s320/mum.png" style="cursor: hand; cursor: pointer; display: block; height: 320px; margin: 0px auto 10px; text-align: center; width: 200px;" /></a><br />
<i><span class="Apple-style-span" style="color: #ff6600;">Per molto tempo aveva immaginato che quel dolore sarebbe stato come un lusso.Nelle ore che seguirono non ebbe il minimo dubbio, ma anche l'ultimo antro del suo corpo imparò che esistono lussi che costano ciò che valgono e l'intima orgia del parto è, più che un dolore, una battaglia che, per fortuna, si dimentica con la tregua.</span></i><br />
<div>
<br /></div>
<div>
<span class="Apple-style-span" style="color: #993300;">Angeles Mastretta.Male d'amore</span></div>
igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-27301799151373764302010-07-07T00:52:00.001-07:002010-07-07T01:43:54.315-07:00Si impara ciò che si vive<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVEzhW4TztxxitLFjf9zVnq-0s_6Kghm0umQQXJP8VbHhg2L1D7SREfjM9QIT3_hZJTQy78oFUwbuZJSuTV4A8Fps_W82TRkQ_aevGaxFzwEw7Z6O64oPBATFI9u2b7WPN4PC8xoK8vrlY/s1600/asalute.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVEzhW4TztxxitLFjf9zVnq-0s_6Kghm0umQQXJP8VbHhg2L1D7SREfjM9QIT3_hZJTQy78oFUwbuZJSuTV4A8Fps_W82TRkQ_aevGaxFzwEw7Z6O64oPBATFI9u2b7WPN4PC8xoK8vrlY/s200/asalute.JPG" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5491069367752508978" /></a><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;"><a href="http://www.genitorichannel.it/il-tg-di-genitori-channel/297-chi-partecipa-al-carnip-allatto-alla-luce-del-sole">Allatto alla luce del sole</a><br /></span><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;"><br /></span><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Un giorno di circa tre anni fa mi trovavo ai giardinetti con mio figlio di poco meno di un anno.Mi siedo ad allattare e nel giro di pochi minuti mi trovo attorniata da una piccola folla di bimbi e bimbe.Qualcuno veniva richiamato dalla mamma che, con voce imbarazzata, intimava di non essere invadente e non disturbare ma che evidentemente dentro di sè non era del tutto convinta che quello fosse uno spettacolo adatto al suo piccolo.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Ad un tratto una bimba si fa coraggio e chiede "Ma cosa fa?".Ho impiegato alcuni secondi per superare stupore e avvilimento e capire che semplicemente nessuno di loro aveva mai visto una mamma allattare al seno suo figlio.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Mi sono ritrovata a fare una piccola lezione di fisiologia e ho trovato dei sorrisi aperti e inteneriti ad accogliere i segreti della naturale sopravvivenza umana. A dire il vero il mio senso di ironia un po' tagliente, con cui a volte affronto le difficoltà, mi ha fatto subito immaginare dei fumetti sulle loro teste con la scritta : "Ah! A questo servono le tette!"</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Questa esperienza ha aperto un mondo davanti a me.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Da quando è nato il mio primo figlio mi sono messa all'opera formandomi per dare sostegno ad altre donne nel percorso gravidanza, parto, allattamento.E ho speso molto tempo a raccogliere 'contro'informazioni e diffonderle.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Quel giorno ho pensato che c'era un motivo piuttosto evidente del perchè, nonostante l'ostetrica che fa il corso preparto in zona desse a tutte le migliori informazioni, a 10 su 12 è finita che il bimbo è stato estratto dal ventre tramite un'operazione di chirurgia addominale, e 9 su 12 non hanno 'avuto fortuna' e 'non hanno potuto allattarlo' per i motivi più disparati.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Non ci si improvvisa nutrici in sei incontri di corso preparto.Non si metabolizza e rivive criticamente una vita di messaggi subliminali, di pubblicità di prodotti per bimbi con padri felici che allattano con il biberon, di montagne di libri con animaletti con ciuccio e biberon ...anche i mitici ecologici Barbapapà allattano la piccola Alice col biberon!</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Una pressione talmente forte che anche il mio Arturo, che tra poco taglia il traguardo del quarto anno di ciucciate, un dì di qualche settimana fa mi ha chiesto di comprargli il latte finto e il biberon come gli altri (sue testuali parole...meno male che sotto sotto sa che è finto!!!).</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">E allora se queste bimbe non vedono allattare molto probabilmente non allatterano.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">E allora ogni volta che tiro fuori la tetta in pubblico penso che sto facendo un lavoro altrettanto utile di quando organizzo i cerchi di condivisione del gruppo di auto aiuto.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">E allora da quel giorno regalo ogni anno il calendario dell'<a href="http://www.ibfanitalia.org/">IBFAN</a> al consultorio, per 'ringraziarli del loro lavoro', nella speranza che qualche seme di fiducia attecchisca nelle donne che sono lì sedute ad aspettare il loro turno e che si trovano a guardare oltre le inevitabili pubblicità(alla faccia del codice internazionale!) anche qualche sana ciucciata come MammaNatura comanda.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">E allora quando posso regalo foto di me che allatto; alla mia amica che ha la libreria, alla mia amica che ha la bottega del commercio equo a chi insomma può tenerle in vista e combatto così nel mio piccolo con le stesse armi dei 'cattivi' ,sperando che, non sentendosi sole e strane, altre mamme pian piano vengano allo scoperto.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#006600;">Chissà, mi chiedo, quanto ci vorrà perchè gli occhi e il cuore si riabituino al nostro mondo finora fin troppo sommerso.</span></div></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-4614007002587142162010-06-10T07:40:00.000-07:002010-06-10T07:44:56.456-07:00Dare latte<!--StartFragment--> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'Apple Casual', serif;"><br /></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">E’ presto, almeno per i canoni del mondo. Il cane abbaia, segnalando qualcuno al cancello. E’ anche giorno di festa. Qui non ci viene a trovare nessuno; fosse un giorno lavorativo potrebbe essere la forestale...insomma chi è?</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">E’ il massaro; riconosco la voce mentre viene con Alfonso dal cancello a casa. Che strano. Non abbiamo chiesto nè pane nè formaggi e non è il tipo da visite di cortesia.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Non so bene ancora che relazione abbiamo. Io sono grata a lui e alla sua famiglia per ciò che fanno. Fanno mangiare l’erba alle mucche. Passano le loro giornate qui in campagna; la casa del paese per i giorni di festa.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Che aspetto avrà la signora Maria, vestita col vestito della messa? Non riesco a immaginarle addosso null’altro che la sua vestaglia a fiori.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Parlerà agli ospiti, nelle riunioni di famiglia?Quando io vado su, riesco a strapparle a stento qualche monosillabo e pian piano sto imparando i ritmi del teatro di silenzi necessari a comunicare. Sembra che non senta quando domandi, continua a fare le sue cose.Poi mette da parte l’uovo appena fatto, ‘pu picciriddu’.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Gli uomini parlano di più, contenti che qualcuno abbia a cuore il destino della terra lì intorno e stupefatti allo stesso tempo. So che col tempo arriveranno a condividere i loro segreti così come la signora Maria ha accettato di condividere la crescenza con cui fa il pane.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Quando incontro persone così sono in difficoltà a mostrare la mia gratitudine. La prima volta che feci questo pensiero fu quando partorii. Ho pagato l’ostetrica ma mi sembrava che il denaro coprisse solo un aspetto della nostra ‘transazione’. Se lei non avesse scelto, unica nella nostra zona, di assistere ai parti a domicilio, in un contesto avverso,io forse non avrei potuto scegliere di percorrere quella strada (avrei potuto è vero spostarmi o partorire non assistita ma non erano scelte che mi sarebbero venute in mente a quel punto della strada.).</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Così se pago una merce senza cuore, uguale a mille altre, penso che in cambio basti il denaro che copre materie prime e lavorazione, un prezzo equo certo, ma non mi preoccupo di più. </span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Ma se chi fa la ricotta che mangio ha dovuto fare una scelta inusuale alla base, se questa scelta non è quella della massa ed è difficile da mantenere, io mi sento di dover dire grazie anche in un altro modo.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Mi pesa assai non saper fare nulla. Non saper costruire, tessere, fare opere d’arte.Mi piacerebbe donare qualcosa di speciale a Roberta e Giampietro per il pane e tutto il resto e così a Felice quando ci ospitò e a molte altre persone conosciute e incontrate per la via.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Mi chiamano. Sono in casa. Il massaro, che a rigore è il figlio del massaro, ha un occhio così gonfio e rosso da non poterlo tenere aperto. Serve il mio aiuto. Presa alla sprovvista chiedo cosa posso fare.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">“Latte materno.E’ l’unica in contrada che allatta”.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Già. L’ho letto mille volte su manuali e siti web. Ma sinceramente non ho mai pensato che ancora qualcuno sapesse, come un sapere naturale, che il latte materno è la miglior cura contro le congiuntiviti.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Assisto felice al miracolo di come poche gocce di latte agiscano immediatamente. Pochissime gocce, poichè non sono brava a mungermi e così, in questa situazione, sono anche un po’ nervosa (e mentre ci provo mi vengono in mente tutte le cose che so sul riflesso di eiezione e mentre lo penso mi dico ‘troppa neocorteccia non ce la farò mai’).</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Più tardi nel pomeriggio ripeto l’operazione con calma silenzio e intimità e il mattino dopo mi presento alla masseria orgogliosa col bicchierino del mio prezioso “prodotto” che Arturo, da buon venditore, abbanìa subito a gran voce dal finestrino del furgone “Signooraaa!Le abbiamo portato il latteee”.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Ecco; qualcosa so fare: dare latte.</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="text-align:justify"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';">Micòl</span><o:p></o:p></p> <!--EndFragment-->igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-79280115089958958422010-02-15T07:47:00.000-08:002010-02-15T07:50:48.874-08:00Sapore di mamma<!--StartFragment--><span style="font-family:Calibri, Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size:11pt"><div>Se lo allatti troppo, se dorme con te,se non lo mandi a scuola, se lo prendi in braccio, lo proteggi troppo non sperimenta la frustrazione non si prepara alla vita...e invece io godo leggendo queste parole (tratto da 'sapore di mamma' di Paola Negri - il leone verde edizione.</div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>“La frustrazione ci sarà comunque perché fa parte della vita</span></span><span style="font-size:85%;"><span style="font-family:Verdana, Helvetica, Arial;"><span style="font-size:10pt">; quello che la vita non ti insegna è come farvi fronte.Un genitore che dia esempio di presenza, di disponibilità, di contenimento, di capacità di entrare in relazione con il figlio, comprendendone i bisogni e dandogli gli strumenti per affrontare le difficoltà, rappresenta un bagaglio di fiducia in sé da cui trarre esempio per la costruzione di un’identità basata sul rispetto reciproco e del prossimo, sulla fiducia in sé e negli altri,sul saper aspettare perché tanto qualcuno nel momento del bisogno arriva e ascolta ma, soprattutto, significa permettersi di avere fiducia nelle proprie sensazioni di bambino che, solo se accolte e decifrate in maniera corretta e soddisfacente dall’adulto, danno sicurezza in ciò che emerge spontaneamente dal profondo di sé.”<br /></span></span></span> <!--EndFragment-->igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-62369808321400257882010-01-17T10:06:00.000-08:002010-07-07T02:48:45.301-07:0015 Agosto 2009...<span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Comic Sans MS', serif;">Nel primo pomeriggio, infatti, riprendono le contrazioni. Sono irregolari e lievi e io continuo a fare i fatti miei tranquillamente. Mi fermo un attimo per fare un bagno nella piscina col mio compagno che mi coccola seduto a lato. Voglio ‘preparare l’atmosfera’, cominciare a sintonizzarmi, ma nello stesso tempo non voglio ancora allertare nessuno, non voglio che inizi il tempo dell’attesa. Col parto di Arturo questo fu un fattore di disturbo. Lo sguardo ansioso a ogni contrazione, la premura del “come stai, cosa vuoi che faccia”. IGNORAMI!</span><!--StartFragment--> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Col senno di poi credo che invece avrei dovuto preparare un po’ più gradualmente StellArtù.Ero con lui, nel letto ad allattare, quando l’intensità si è fatta difficilmente sopportabile e così gli ho chiesto di chiedere a papà di preparare la piscina.[...] . E però, visto che di pomeriggio, dopo di me, si erano fatti il bagno anche papà e figlio, ci siamo trovati catapultati in un film in bianco e nero perché lo scaldabagno era scarico ed è cominciato un andirivieni di pentole messe a bollire sul fuoco. Non ce l’ho fatta ad aspettare che fosse piena e sono entrata. C’era tensione intorno, molta adrenalina. Mi sono concentrata su Artù perché non volevo che avesse un’impressione di sofferenza, così quando arrivavano le contrazioni badavo a vocalizzare sorridendo e questo ovviamente è stato di aiuto anche per me. Lui era dolcissimo. Visibilmente le emozioni a cui era sottoposto erano forti e si trattava di un attimo, di una disattenzione trasformare l’emozione-felicità in emozione-paura. Quando vocalizzavo mi chiedeva “Mamma ma sei felice?”. Io rispondevo “Sì perché sta nascendo Bebi” e a ogni respiro gli e mi ripetevo “che bello arriva!” “Ti aspettavamo!”. Così a un certo punto si è messo a saltare e battere le mani con un viso radioso dicendo “Che bello arriva Bebi” e mi ha buttato le braccia al collo e ha cominciato a baciarmi tutto il viso “come sei bella mamma così!”. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Poi c’è stato un momento di panico perché ho chiesto un CD e si è scoperto che il computer non lo leggeva così A. si è intestardito a cercare di far funzionare lo stereo rotto e a me dava fastidio che fosse distratto da me. Volevo tutti accanto. Mi sono arrabbiata e Artù si è spaventato. Sono uscita dalla piscina, l’ho preso in braccio e portato sul letto. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Lì mi sono messa a quattro zampe con A. che mi reggeva la testa e mi teneva una mano sulla schiena. La mia amica L.ha avuto la prontezza di mettersi a suonare lo djembè sostituendo così col ritmo del tamburo il rumore del mare che avevo chiesto. Penso che abbia cantato e suonato per un paio d’ore!<o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Nelle pause tra una contrazione e l’altra allattavo Artù che cominciava a essere un po’ nervoso e voleva essere rassicurato. A un certo punto ho potuto pensare solo a me. Era una situazione strana; non ero in stato alterato di coscienza ma avevo una specie di filtro rispetto a quello che succedeva fuori. Ho smesso di rispondere. Ho sentito L. che leggeva un libro di filastrocche. Non ho una percezione temporale esatta. So che ogni tanto coglievo aspetti di ciò che succedeva. Sentivo questa voce cantilenante e ho visto Artù assorto e tranquillo. Le filastrocche mi hanno aiutata almeno quanto il tamburo e sono anche felice che Artù abbia scelto di farsi leggere quelle. Sono poesie sulla nascita; vuol dire che era dentro all’evento e non lo fuggiva. A me, a parte il suono della voce, aiutavano le parole; sentire “Ecco il mondo bambino, ecco il bambino mondo” o “bella la mamma vista da fuori” mi aiutava a focalizzare il termine ultimo del dolore che stavo provando e mentalmente mi connettevo col mio bambino anziché concentrarmi sul dolore. Poi è arrivato il momento in cui Artù ha deciso che non voleva assistere oltre e si è addormentato. Contemporaneamente io ho sentito il bisogno di rientrare nella piscina che nel frattempo aveva guadagnato qualche grado centigrado. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Iniziavo a chiedermi quanto sarebbe durato. Ero stanca e mi sembrava che il tempo non passasse. Mi rispondevo da sola (tutto nella mia capa) che quando ti sembra di non farcela più vuol dire che sei quasi alla fine. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Mi sono abbandonata con la testa sul bordo della piscina pancia sotto e ho goduto del fatto che dovunque mi appoggiassi era tutto morbido. Non so le piscine per il parto in ospedale come sono. La mia è una piscina gonfiabile e ho provato una doppia sensazione di assenza di gravità e di sforzo, grazie all’acqua e grazie alla morbidezza. A. era seduto sulla poltrona vicino al bordo e mi sussurrava cose del tipo “apri” “scivola” e raccontava di balene nell’oceano e poi parole che non avevano un senso compiuto, solo un susseguirsi di suoni dolci e fluidi che io seguivo ipnotizzata. È stato come fare l'amore. Così come è stato concepito, questo bimbo, nello stesso modo viene alla luce. Non saremmo stati così disinibiti in presenza di un'ostetrica</span><span style="font-family:Tahoma; mso-bidi-mso-fareast-language:ITfont-family:Tahoma;font-size:13.0pt;color:#4F7013;">. </span><span style="Comic Sans MS"font-family:";">Seguendo il flusso visualizzavo i miei muscoli che si rilassavano. Nonostante questo mi sentivo chiusa. Avevo la percezione che fosse ora di sentire la testa ma quando arrivava una contrazione affiorava dentro di me un “Non voglio” che ho impiegato un po’ a smascherare. Mi aprivo fino a un certo punto poi scattava qualcosa che mi irrigidiva. Ho avuto un lampo di pensieri “cattivi” tipo “e se c’è qualcosa che gli impedisce di uscire? Nessuno di noi tre ha la competenza di capirlo. Se ci fosse O. (l’ostetrica con cui ho partorito Artù) me lo saprebbe dire” e subito mi sono censurata “io lo so meglio di tutti che tutto va bene”; “voglio tornare indietro, non voglio affrontare questa prova” e subito “l’unico modo per uscirne è andare avanti con tranquillità”. Ho capito che il mio corpo aveva memorizzato il dolore che provai nel parto precedente quando mi lacerai e quello mi inibiva. Ho cominciato a massaggiarmi il perineo e “compatirmi”, non so come spiegarlo, a pensare di volermi bene, a rassicurarmi, tutto in modo molto corporeo e a quel punto ho sentito affiorare la testa fra le mani. Non l’ho sentita scendere, me la sono trovata lì e l’ho accarezzata pensando però che non sapevo come fare a farla passare tutta. Avevo anche lo stimolo di fare cacca e questo mi faceva chiudere. Ma è stato un attimo, ho pensato che l’unica cosa che potevo fare era andare avanti così mi sono lasciata andare. Ho sentito tutta la testolina in mano e l’ho accarezzata per un tempo che mi è sembrato lunghissimo. Poi le spalle e un’altra pausa. Tutto molto lento. Non posso non pensare a tutte quelle manovre che fanno, girare la testa, mettere il dito sotto l’ascella e tirare, per “aiutare a nascere i bambini”. Che follia. Non c’è bisogno di nessun aiuto e non c’è nessuna spinta. Vorrei sapere chi è stato il primo a dire a una donna “spingi”. Non c’è nulla da spingere; l’utero fa il suo lavoro con le contrazioni e tutto avviene spontaneamente con dei tempi che sono completamente diversi da quelli normalmente imposti. Le gambe erano ancora dentro quando A. si è sporto sul bordo e io ho avuto l’impressione che volesse intervenire. Così gli ho intimato di star fermo e il bimbo è uscito del tutto. Mi sono girata l’ho preso e poggiato sulla mia pancia. Lo guardavo e accarezzavo e intanto lui, con estrema competenza, pian pianino si è fatto strada fino alla tetta. Un breastcrawling da manuale! L’acqua iniziava a essere fredda così sono uscita per andare sul letto. Sensazione di onnipotenza e benessere totale. A quel punto mi sono ricordata di controllare se era maschio o femmina! Dopo pochi minuti ho partorito la placenta, l’abbiamo lavata e messa in una bacinella e poi siamo andati a nanna. <o:p></o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="margin-top:6.0pt;margin-right:0cm;margin-bottom:0cm; margin-left:0cm;margin-bottom:.0001pt;text-align:justify;text-indent:1.0cm"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'Comic Sans MS', serif;"><br /></span></p> <!--EndFragment-->igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-6390166203996241502009-06-23T08:19:00.001-07:002009-06-23T08:42:37.583-07:00Terra mia<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8wdVP6lEPHF6fxUutAXJJtiYXlEVt1m8Z5tXxL6b39ysKFT9Vb0yKTRfvs6XuaZG78TJr9a-3TpVmGBvRaJsPl6FjNbLJQ7hnp7BPC5fk4NNlWqxo6C8mUBpxzYoK2eaxscCv5cG0AAZV/s1600-h/DSCN6787.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8wdVP6lEPHF6fxUutAXJJtiYXlEVt1m8Z5tXxL6b39ysKFT9Vb0yKTRfvs6XuaZG78TJr9a-3TpVmGBvRaJsPl6FjNbLJQ7hnp7BPC5fk4NNlWqxo6C8mUBpxzYoK2eaxscCv5cG0AAZV/s200/DSCN6787.JPG" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5350545989442627730" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic; "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">In un vortice di polvere</span></span><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">gli altri vedevan siccità.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">A me ricordava la gonna di Jenny</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">ad un ballo di tanti anni fa.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">Sentivo la mia terra</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">vibrare di suoni,era il mio cuor</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">e allora perchè coltivarla ancora,</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"> </span><span class="Apple-tab-span" style="white-space:pre"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">come pensarla miglior.</span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 12px; "></span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">Libertà l'ho vista dormire</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">nei campi coltivati</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">a cielo e denaro</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">a cielo ed amore</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">protetta da un filo spinato.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">Libertà l'ho vista svegliarsi</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">ogni volta che ho suonato</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">per un fruscio di ragazze ad un ballo,</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">per un compagno ubriaco.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">E poi se la gente lo sa</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">e la gente lo sa</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">che sai suonare</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">suonare ti tocca per tutta la vita</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"> e ti piace lasciarti ascoltare.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">Finì con i campi alle ortiche</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">finì con un flauto spezzato </span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">e un ridere rauco e ricordi tanti</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">ma nemmeno un rimpianto.</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><br /></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);">Il suonatore Jones - F-De Andrè</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 102, 0);"><br /></span></span></div><div><br /></div><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 12px; "><br /></span>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-76099223490845528072009-05-03T09:51:00.000-07:002009-05-03T10:00:22.121-07:00Il mio ventre<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjUc3hRSSh5Gc2K-SvFO11k2Oebin01FG93S-u4EGokkWolpmcdDbpwNGZQB48YlOeHcBQzxFZMh6yqoF9Yxbp-FITQOP8oOVhJEExlHHUkZHwYtkJfxoMxxZQy2AoggcjtoVfXBzaRfS-/s1600-h/ventre.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 82px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjUc3hRSSh5Gc2K-SvFO11k2Oebin01FG93S-u4EGokkWolpmcdDbpwNGZQB48YlOeHcBQzxFZMh6yqoF9Yxbp-FITQOP8oOVhJEExlHHUkZHwYtkJfxoMxxZQy2AoggcjtoVfXBzaRfS-/s200/ventre.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5331642963215283538" /></a><br /><!--StartFragment--> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Sembrerebbe innegabile il legame della fecondità e della maternità con tutti i simboli della danza del ventre, ma molti autori e autrici contestano la tendenza – attribuita alla psicoanalisi – di ritrovare dappertutto il simbolo della fecondità, erchè la considerano qualcosa di poco pregevole o comunque riduttivo dell’esperienza femminile.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Invece penso che la fecondità alluda alla potenza del femminile, che è racchiusa nei semi, nelle idee creative e nella sessualità. Per questo nasconde una simbologia complessa, che accoglie diversi aspetti produttivi</span></span></span><span style="mso-spacerun: yes"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;"> </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">della femminilità, che attingono alla creatività, alla produttività dell’immaginazione, al mistero del corpo, alla magia della donna e all’offrire se stesse in qualsiasi campo si scelga di esprimersi nella vita.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Non cedo che i simboli della fertilità riducano il ruolo della donna a quello biologico, ma penso che, al contrario, sia solo la svalutazione del ruolo materno a farci considerare riduttivi i simboli della fecondità.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Quando i simboli di fertilità si riferiscono specificamente alla maternità, la portano ad alte vette, al punto da rendere questa esperienza comune a tutti gli esseri umani ( perché tutti siamo nati da una donna), il fulcro della intuizione religiosa della preistoria.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Come arte incentrata sull’aspetto creativo materno, la danza del ventre ci fa partecipi del mistero essenziale della vita, ed è ancorata al sentire matriarcale, quando la donna era venerata per molti aspetti, di cui primario era quello materno.Oggi la danza del ventre può aiutarci a valutare positivamente le nostre capacità procreative, aprirci all’esperienza della maternità. Penso che non sia un contributo da sottovalutare, perché – rimanendo nell’ambito dell’Italia, dove esiste una preoccupante crisi demografica che si va accentuando sempre più – fa pensare che per le donne la scelta di diventare madri sia più una rinuncia che un privilegio.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Nel nostro mondo, fertilità e maternità si presentano come argomenti ai margini della cultura e della identità femminile. Questa mancanza tende a manifestarsi negativamente nel corpo, sotto forma di sintomo: disturbi del ciclo mestruale, anoressia, sterilità idiomatiche, aborti multipli e gravidanze a tuti i costi.Sintomi che esprimono un profondo disagio e suggeriscono che deve essere recuperato l’equilibrio con la maternità.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">La danza del ventre coltiva la femminilità in tutti i sui aspetti, a cominciare da quello materno, che è esternato in un corpo che possiede volume, profondità interiore e grazia.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Come mezzo simbolico, ci aiuta a far fronte alle paure che ispira a tante donne non tanto il parto in sé, ma soprattutto l’atto di trasformazione da ragazza a madre che avviene con il parto.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">La danza comincia il suo approccio con il corpo, attraverso i simboli, che in fondo sono simboli di Vita e rigenerazione ancorati alla figura materna della Dea della Fertilità che dà nutrimento tanto fisico come creativo. Danzando la donna scopre nel suo corpo le fonti sacre della Vita, l’importanza spirituale della Vita.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Questa nuova consapevolezza del corpo, può accentuare la gratificazione che una donna ha nell’essere in grado di compiere il massimo grado di creatività naturale diventando madre, o esaltare le sue qualità creative, la sua feconda fantasia, in altri ambiti in cui scelga di applicarsi.</span></span></span></p> <p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">Quando una donna sogna un figlio con timore, la danza del ventre la può aiutare a scoprire il valore della maternità, non come un ruolo prestabilito dal suo genere, un qualcosa che ‘tutte possono fare’, dove è implicita una svalutazione</span></span></span><span style="mso-spacerun: yes"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;"> </span></span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;">della procreazione, ma un invito a viverla come una scelta personale, un privilegio della sua femminilità, del quale può essere orgogliosa e da cui può trarre grande gratificazione spirituale.Deve lottare per una definizione positiva della sua maternità, perché la realizzazione del suo ruolo di madre la può mettere in una situazione di svantaggio in altre sfere della sua vita, in particolare sul lavoro. Stando in contatto con la propria femminilità, con il “principio femminile” del mondo, il giusto equilibrio lo troverà, perché conoscendo se stessa sarà in grado di capire meglio come gestire il suo tempo, per distribuire con giudizio le proprie energie.</span></span></span></p><p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0); font-family: arial;"><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0); font-family: arial;">Maria Strova - Il linguaggio segreto della danza del ventre - MacroEdizioni</span></p> <p class="MsoNormal"><o:p><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;"> </span></span></span></o:p></p> <p class="MsoNormal"><span style=""><o:p><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 153, 0);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:small;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;"> </span></span></span></o:p></span></p> <!--EndFragment-->igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-33403983382328546222009-04-23T23:12:00.000-07:002009-04-23T23:15:49.984-07:00Dare latte<span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 204, 255);">M- Vuoi ancora succo di frutta?</span><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 204, 255);">A - No, ora voglio succo di tetta</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 204, 255);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 255);">Mamma, voglio diventare grande, con la bocca lunga,così ciuccio tre tette</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 255);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 102);">A- voglio tetta</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 102);">P- no, la voglio io la tetta</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 102);">A-tu no.Hai la barba, non puoi ciucciare.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 204, 255);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 204, 255);"><br /></span></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-62516203460687336612009-03-03T03:24:00.000-08:002009-03-03T03:29:16.010-08:00Slow Maternity<!--StartFragment--> <p class="MsoNormal">Da <a href="http://www.themothermgazine.co.uk/">'The mother"</a> n.32</p><p class="MsoNormal">Il movimento slow ha guadagnato molte adesioni recentemente, dato che molte persone trovano che la pace della vita moderna non è portatrice di buona salute.Abbiamo assistito alla nascita delle Slow Cities, Slow Food, Sloow Working così io voglio riflettere sulla Slow Maternity.</p> <p class="MsoNormal">Una Madre Lenta – per molte persone questo è da leggere come una madre pigra.E questa è sicuramente una delle figure maggiormente ingiuriate dalla moderna cultura dei tabloid.Quanti titoli (e quante iniziative del governo)annunciano piani per ‘far tornare le madri al lavoro!’o denunciano le madri che usufruiscono dei benefici di legge.</p> <p class="MsoNormal">Queste persone sembrano dimenticare che esse hanno già un lavoro-essere madri dei loro bambini.</p> <p class="MsoNormal">Perché la nostra cultura è così ossessionata nel forzare i genitori a fare due lavori-uno pagato fuori casa e uno non pagato in casa-senza supporto e quindi facendo nessuno dei due bene?</p> <p class="MsoNormal">Ho la sensazione che il femminismo ha reso agli uomini e alle donne un grande disservizio nell’area della gravidanza e della maternità. Nel tentativo di liberare le donne dalla necessità di procreare all’infinito, l’ha inavvertitamente degradate davanti all’occhio pubblico.Se le donne non vogliono fare ciò che solo una donna può fare, allora deve veramente non valere la pena!E dunque, io dichiaro che questo è il momento di reclamare la natura essenzialmente lenta della maternità.</p> <p class="MsoNormal">Quando rimasi incinta del mio bimbo più grande, mi aspettavo, e lo desideravo molto, di essere viziata: trattamenti speciali, sonnellini pomeridiani, cioccolatini.Invece, ciò che ottenni fu la pressione di non cedere a questo genere di desideri,e mi fu detto di procedere come se non mi stesse succedendo nulla.Molte persone non osavano trattarmi differentemente, poiché temevano di passare per ‘politicamente scorretti’.Le riviste femminili erano piene di donne che dichiaravano ‘di essere incinte non inferme’e completamente intenzionate ad andare avanti a lavorare/fare le pendolari/fare jogging/scalare montagne. Io ero inorridita; non vedevano di cadere preda della propaganda capitalista, e stavano negando a loro stesse il rilassamento che meritavano per questo momento speciale?Riuscivano almeno a vedere che si trattava di un momento speciale?</p> <p class="MsoNormal">In questo caso tutte le pari opportunità che mi erano date erano di ricevere le stesse pressioni per essere schiavizzati come tutti gli altri, nonostante stessi attraversando l’ esperienza più estenuante fisicamente e caotica emozionalmente che mi fosse mai capitato di affrontare.Per quanto mi riguardava, ero già duramente al lavoro nel costruire un’intera nuova persona da zero.Come si potevano aspettare che arrivassi anche in orario in ufficio ?</p> <p class="MsoNormal">Di fatto, <i style="mso-bidi-font-style:normal">tutti</i> si aspettavano che arrivassi in orario in ufficio.In effetti, generalmente ci si aspettava che io considerassi il mio lavoro più importante della<span style="mso-spacerun: yes"> </span>mia gravidanza.Dal mio punto di vista, c’era un enorme errore di priorità erronee.Io stavo crescendo una persona; questo era l’unico momento in cui io sarei stata impegnata a crescere quella particolare persona.Ovviamente, stare stesa sul divano accarezzandomi il ventre, e percepirne i colpetti, era la mia principale attività.Mettere a posto un archivio certo non poteva competere.</p> <p class="MsoNormal">Ci fu sgomento quando presi il mio congedo di maternità cinque settimane prima della data prevista.Che cosa mai avrei trovato da fare? Perchè non lavoravo fino al parto? […]</p> <p class="MsoNormal">Avevo bisogno di contemplazione, di prepararmi mentalmente ed emozionalmente al più grande sconvolgimento capitato nella mia vita finora.Dovevo entrare in comunione col bambino prima che affrontassimo insieme il terribile lavoro del parto.Dovevo riposare.</p> <p class="MsoNormal">Dopo il parto fui nuovamente scioccata dall’attitudine che si aspettavano da me che prendessi. “Ho appena partorito” spiegavo con pazienza. “Non scendo dal letto oggi”.Nelle culture più sensibili vi sono dei periodi in cui una neomamma è strettamente tenuta a riposo, fino a quaranta giorni.Sfortunatamente, la nostra non è una cultura sensibile e immediatamente ha inizio la pressione sulle madri perché ‘tornino normali’.Ma la gente non capisce?Normale non esiste con un bambino,e neanche dovrebbe.Questo periodo dovrebbe essere la Luna di Bimbo, un incanto per la nuova famiglia, occupata solo nella cosa più importante: amarsi l’un l’altro.[…]</p> <p class="MsoNormal">Invece ci si dice di metter giù il bambino così da poter fare altre cose, dare la bambino il biberon così tu puoi fare una pausa.Ma scherzano!?Come ogni genitore può confermare, il momento in cui apprezzi di più tuo figlio è quando dorme e chiunque non abbia dato valore a questi magici momenti in cui si sta stesi nel letto, il<span style="mso-spacerun: yes"> </span>neonato tra le braccia, ha perso una delle esperienza più magiche che l’essere genitori offre.</p> <p class="MsoNormal">Allattare al seno è l’ultimo baluardo delle attività ‘slow’.Ti devi sedere in una poltrona comoda, circondata da morbidi cuscini,tazza di tè in una mano, scatola di cioccolatini in prossimità, il tuo meravigliosamente profumato bimbo al sicuro e al caldo tra le tue braccia, per ore ogni volta.Okay lo devi fare anche di notte, ma come strada per evitarti legittimamente i lavori di casa, fare il tè o addirittura uscire di casa è al mattino, è assolutamente la scelta vincente.</p> <p class="MsoNormal">Ovviamente la società disapprova questo tempo così trascorso.Inizialmente, pensavo fosse a causa delle identificazione, presente nella nostra cultura, del seno come oggetto sessuale.Ma poi ho realizzato che è anche a causa del fatto che l’allattamento al seno richiede tempo: tempo trascorso cibando,nutrendo e godendoti il tuo bambino; tempo durante il quale dovresti mettere tuo figlio in un asilo e tornare al lavoro!</p> <p class="MsoNormal">Il congedo per maternità, passo vitale verso ciò che può realmente offrire pari opportunità all’uomo e alla donna nella sfera familiare, rinforza l’idea che avere un bambino altro non è che una breve interruzione in quello che è il compito principale- lavorare per vivere.[…]</p> <p class="MsoNormal">Come ogni Genitore Lento sa, la cosa più importante è la famiglia e il lavoro non è altro che uno sfondo più o meno piacevole per pagare l’affitto.I Genitori Lenti di fatto combattono l’uno contro l’altro per chi deve essere quello che sta a casa.</p> <p class="MsoNormal">I bimbi sono naturalmente oziosi.Lasciamo che siano loro a condurci e il tempo scivolerà in un movimento lento.Essi vivono puramente il presente, non sanno dire che ore sono, sono costituzionalmente incapaci di andare di fretta, specialmente se tu sei in ritardo per un appuntamento.</p> <p class="MsoNormal">E invece, nel ventunesimo secolo, andiamo di fretta più che mai- impacchettando i loro giorni con attività senza significato, e spingendoli a crescere troppo in fretta.E mentre i miei figli crescono, la principale domanda sulle labbra della gente che incontriamo è ‘quando tornerai al lavoro?’.I miei bambini sono il mio lavoro, non perché io sia stata forzata a sfacchinare con i lavori domestici da una rigida divisione di ruoli basata sul genere, ma per scelta.La società odia questo, risentendosi anche dei magri assegni familiari<span style="mso-spacerun: yes"> </span>che mi paga lo stato[chi scrive non risiede in italia,qui non c’è nulla del genere per quanto magro…n.d.t.] per svolgere il mio dovere civico di tirar su con responsabilità la futura generazione.</p> <p class="MsoNormal">Non può trattarsi di ‘vero lavoro’ perché mi piace:perché il mio lavoro comprende picnic in giardino , guardare laPimpa, costruire complicati rifugi dietro il divano.Il mio lavoro coinvolge piccole creature che amo e un mondo domestico lontano dalle insignificanti fatiche lavorative.Crescere dei bambini, come sai ogni genitore, può essere difficile e può esaurire, ma è anche<span style="mso-spacerun: yes"> </span>più soddisfacente e divertente di un qualsiasi lavoro pagato. E se c’è una cosa che fa inorridire la nostra cultura del lavoro è divertirsi.E così la battaglia continua per prosciugare via tutta la lentezza dalla maternità.E’ giunto il tempo per le madri di reclamare quel divano, quella scatola di cioccolatini, e quella tazza di tè leggendo ‘the gruffalo’ (?n.d.t) per la quattordicesima volta. Tirate su i piedi e divertitevi!</p><p class="MsoNormal">Autrice <a href="http://honourandinspiration.blogspot.com/">Liz Pilley</a></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <p class="MsoNormal"><o:p> </o:p></p> <!--EndFragment-->igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-13394433748974791652009-02-22T10:36:00.000-08:002009-02-22T11:38:01.889-08:00Che banda!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic_UQAllLDYSG9KVZahTT8I2iJh8QD4dPLqboAfKMFt7e0I8TOeIXwZD3dCa1Zfp95nrx1Yo64nJ3G43nKc_MlCar02c8gbYfHvnu6gTLv_cqDtHxTC-_U9m3RRNbFVf7dWcRWPhH-sFje/s1600-h/news_img_325.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 143px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic_UQAllLDYSG9KVZahTT8I2iJh8QD4dPLqboAfKMFt7e0I8TOeIXwZD3dCa1Zfp95nrx1Yo64nJ3G43nKc_MlCar02c8gbYfHvnu6gTLv_cqDtHxTC-_U9m3RRNbFVf7dWcRWPhH-sFje/s200/news_img_325.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5305698753030950930" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); font-family:'Trebuchet MS';font-size:13px;"><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Rispondo quasi ogni giorno a pressanti domande,poste da chiunque, anche dal salumiere che molto probabilmente non brilla di cooperazione nelle scelte educative dei suoi figli(quel salumiere…non i salumieri…), sul perché non mando mio figlio all’asilo.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">E quasi ogni settimana rispondo (o cerco di difendermi glissando)a interrogatori ancor più pressanti , posti questi dai quei pochi a cui ho avuto la sventurata idea di dire di questa mia folle convinzione, sul perché non voglio mandare mio figlio a scuola dopo.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">L’argomento principe è:ma un bambino ha bisogno di socializzare.Non voglio dilungarmi qui in elucubrazioni dotte su cosa vogliamo intendere per socializzare (essere costretti 5 ore al giorno seduti in un banco a fianco di uno o una che nella maggior parti dei casi non ha nulla a che vedere con te, essendo cazziato alla minima parola che scambi?).</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Non mi dilungo ho promesso.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Voglio solo raccontare i fatti miei.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Perché oggi sono molto felice. Abbiamo passato una giornata meravigliosa.Carnevale di Scampia, organizzato dal <a href="http://www.felicepignataro.org/home.php?mod=gridas">Gridas</a>. </p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Dopo la sfilata e la sosta al campo Rom Artù era stanco, voleva andare a casa...e mentre aspettavamo che arrivassero tutti per iniziare a mangiare, io, contro i miei principi non interventisti, gli suggerivo ammiccante la presenza di altri bambini e bambine.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Non so cosa vuol dire socializzare ma so di cosa ha bisogno mio figlio che i bambini non se li è cacati di striscio ma ha in ordine:</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">-rimorchiato chiunque avesse un pezzo di pizza in mano; </p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">-fatto mille effusioni ai nostri meraviglioso amici Tosimo e Giange (parole di Artù);</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">-ballato estasiato alla musica della <a href="http://www.titubanda.it/">Titubanda</a> (come non rimanere estasiati);</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">-fatto amicizia con le belle e simpatiche componenti della <a href="http://malamurga.keybit.net/">Malamurga</a> (la musica è musica...ma è omm' e un po' il fariniello lo fa...);</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">-provato un qualsiasi strumento lasciato non accudito (con estremo rispetto e delicatezza)e anche alcuni in mano a suonatori contenti della sua passione;</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">-pianto quando era ora di andare via.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Il tutto in piena autonomia e a debita distanza da me.Questo per rispondere a chi dice che allattarlo ancora al seno,portarlo in fascia, farlo dormire nel lettone fà di lui un essere dipendente e mammone.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Non che in altre occasioni non gradisca la compagnia di coetanei (poche volte per ora e se non c'è di meglio da fare)ma mi piace sapere che sia lui a scegliere se,come e quando.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">E mi piace che viva la nostra vita con noi e non una riproduzione finta della vita in cui qualcuno (che di certo non è il bambino) decide cosa è giusto che si faccia si dica si pensi.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Non mi dovevo dilungare.</p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); ">Oggi eravamo felici. Non possiamo esserlo ogni giorno,facendo ciò che più ci aggrada, senza aspettare il dì di festa?</p></span>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-72066287248471584492009-01-20T08:30:00.000-08:002009-01-19T23:33:16.039-08:00Nella pancia della mamma<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih4zbOJElSfrrlk7zqa8efCmGRh8x5otK8LdpAy6lCKI0WhwtUHjpAZyBylhcZGHZVbKudse3W2IoD7TdO-CkJKYtJX_vPF5cFEUW-xpzsZkC30g45CC3NoK3K9cLDI2a7s858gJrMYMaz/s1600-h/michebello.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih4zbOJElSfrrlk7zqa8efCmGRh8x5otK8LdpAy6lCKI0WhwtUHjpAZyBylhcZGHZVbKudse3W2IoD7TdO-CkJKYtJX_vPF5cFEUW-xpzsZkC30g45CC3NoK3K9cLDI2a7s858gJrMYMaz/s400/michebello.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5293275352028333282" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 153);">Isola</span><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">io non ho che te cuore della mia razza</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">Di te amore m'attrista, mia terra,</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">se oscuri profumi</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">perde la sera d'aranci,</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">o d'oleandri, sereno,</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">cammina con rose il torrente</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">che quasi n'è tocca la foce.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">Ma se torno a tue rive</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">e dolce voce al canto</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">chiama da strada timorosa</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">non so se infanzia o amore,</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">ansia d'altri cieli mi volge</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);">e mi nascondo tra le perdute cose.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(204, 51, 204);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(0, 0, 153);">Salvatore Quasimodo</span></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-77090919242397773892009-01-10T23:14:00.000-08:002009-02-22T10:23:33.114-08:00Ascoltarsi<span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Adesso il mistero femminile mi attira come il tesoro sepolto, il "Solo noi sappiamo":ho bisogno di donne.</span></span></span><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Donne-pirata, alla ricerca del galeone con dentro il forziere d'oro nel fondo del mare.</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Bella immagine.</span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">(Giulio)</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Che vergogna</span></span></span><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">.(Nico)</span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Più di uno ride, mi regalano incensi, una decalcomania con simboli alchemici, un kimono verde ramarro.</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Un cappello da pirata, nessuno.</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Hanno paura?</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Fa paura una donna che si ascolta.</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">Un uomo che ascolta la propria donna.</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(153, 51, 153);"><span class="Apple-style-span" style="font-size:large;">La donna che ha in sè.</span></span></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"><br /></span></div><div>( N.Salomon <span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Storie di latte, quadri di una</span><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;"> maternità</span>,SEAO Editore)</div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-70976270188526042452009-01-07T10:40:00.000-08:002009-01-07T11:04:50.306-08:00ci proviamo...<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicvyKMPajk_Lp5JOawOK5_4RoOMh8fXHU6y2pmhyphenhyphenQQtb60X-kgg4YLbqu8Kuw1pgdX7ckr3Mso7_m9dENBSFSG0vqlr93Ac3OLmi76hZsAN30tpUmuOBcgG4ZM9TM0kjmv5RfWyepxnVMw/s1600-h/festasolstiziale1.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 226px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicvyKMPajk_Lp5JOawOK5_4RoOMh8fXHU6y2pmhyphenhyphenQQtb60X-kgg4YLbqu8Kuw1pgdX7ckr3Mso7_m9dENBSFSG0vqlr93Ac3OLmi76hZsAN30tpUmuOBcgG4ZM9TM0kjmv5RfWyepxnVMw/s320/festasolstiziale1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5288627573029943746" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">.</span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">..a ricostruire una rete solidale? ora si chiamano gruppi di auto e mutuo aiuo...prima semplicemente accadeva.</span><div><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"><br /></span><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">Sappiamo bene che due mamme e due bambini sono una realtà diversa , anche se il rapporto numerico è lo stesso, da una mamma sola col suo bimbo…Noi abbiamo sperimentato che se io vengo a casa tua e sto con i bimbi , tu puoi fare i servizi o lavorare due ore al computer senza dover chiamare una babysitter purchè ricambi il favore…magari in cambio mi darai una lezione di yoga…E così una donna avvocato potrà darci delle dritte sui temi a noi</span><span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;"> </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: medium;">cari in cambio di una bella torta al cioccolato BIO. E così via…sfogo alla fantasia!</span></span><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51);">Vorremmo dare sostegno e informazione alle donne perchè scelgano il proprio parto, perchè allattino al seno in santa pace ma abbiamo scoperto che tutto questo non prescinde dal 'recupero' di una fiducia nel 'potere femminile' e una rivisitazione del nostro modo di pensarci.Per questo incontri di donne non di mamme.</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51);"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51);">Questa data è visibilmente passata...ma l'appuntamento è mensile...donne flegree fatevi avanti.</span></div></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-91045812649125194932008-11-02T01:25:00.000-07:002008-11-02T01:35:11.869-07:00Quando tutto ebbe inizio<span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); font-family: Times; font-size: 21px; "><div><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">E' da diversi mesi che rimugino in testa una lettera aperta ai miei genitori, che mi prendono in giro (bonariamente, senza mai farmi mancare il loro appoggio emotivo) per la piega che sta prendendo la mia vita. Tento di spiegar loro, in questa lettera immaginaria, con parole che non mi sembrano mai esatte, che tutto quello che mi vedono fare oggi è il risultato dei loro sogni, delle loro grida in piazza, dei quaderni dei bambini di strada riempiti con i nomi dei giocatori di pallone, dei pugni chiusi e dei giorni di galera, del 'eravamo molto poveri e molto felici' , del non mangiare le merendine ma pane e pomodoro, eccetera eccetera eccetera...oggi, cercando dei documenti per una amico, che vuole fare un documentario trovo queste parole e mi sembra che parlino di me....</span></div><div><br /></div><div><br /></div><div><br /></div>“La scuola come io la vorrei non esisterà mai altro che in qualche minuscola parrocchietta di montagna oppure nel piccolo di una famiglia dove il babbo e la mamma fanno scuola ai loro bambini.” Don Lorenzo Milani</span><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); font-family: Times; font-size: 21px;"><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); font-family: Times; font-size: 21px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'Trebuchet MS'; font-size: 13px; "><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 16pt; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="font-size: 16pt; font-family: Times; ">La professoressa, se recepisce il messaggio di Barbiana, forse torna a casa a fare la mamma e maestra dei figli suoi e dei vicini, magari col contributo del comune e dello stato.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style="font-size: 16pt; font-family: Times; ">Scuola di Barbiana</span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times; font-size: 21px;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times; font-size: 21px;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-family: Times; font-size: 21px;"><span class="Apple-style-span" style="font-style: italic;">Sono i vostri sogni.Non dimenticatelo.Non dimenticateli.</span></span></p></span></span></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-46508658266965838602008-10-31T23:58:00.001-07:002008-11-01T00:01:43.446-07:00Scuola FamiliareIn attesa di trovare il tempo di tradurre il resto dell'articolo della Aldort vi metto a parte dell'esistenza di una rete di genitori che praticano scuola familiare (in Italia è obbligatoria l'istruzione, non la frequenza scolastica).questo il resoconto del primo incontro ufficiale a cui ne seguirà un altro a fine dicembre in Toscana.Se qualcuno è interessato mi faccia sapere.<div><br /></div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); font-family:'Trebuchet MS';font-size:13px;"><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">SCUOLA FAMILIARE – Resoconto dell’incontro<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">La Casotta, Nibbiano – Pecorara – Casa Perotti, 2 Agosto 2008<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Sulla terrazza coperta ricavata da un vecchio fienile, con lo sguardo aperto sulle colline piacentine, un gruppo di famiglie si è riunito, all’inizio di agosto, per discutere sul tema della “scuola familiare”. L’incontro è nato dall’esigenza di confrontarsi, di ascoltare le esperienze in corso o già portate a termine, e di raccogliere le opinioni di tutti quelli che si erano dichiarati interessati all’argomento, attraverso i contatti raccolti via mail.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Già dal primo cerchio di presentazione – che si è deciso di estendere anche agli assenti, avvalendosi della posta tradizionale o elettronica – si sono messi in luce alcuni bisogni essenziali che la scelta della <i>scuola familiare</i> – o di qualsiasi altra forma d’impegno <i>diretto</i> nell’educazione dei propri figli da parte dei genitori – di fatto consente di soddisfare.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Sin dall’inizio Susanna – che frequenta la quinta in una multi-classe di una scuola di montagna – ci ha segnalato, ad esempio, le sue difficoltà a imparare “i metodi di apprendimento” prestabiliti e in varie forme imposti dalla maestra,– tecniche, riassunti, schemi, scalette, diagrammi, ecc. –piuttosto che la difficoltà di “mandar giù nozioni” che ancora non riesce a sentire come “inutili” o potenzialmente dannose.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Le dichiarazioni di Susanna hanno dato lo spunto al gruppo per chiarire, attraverso la discussione, che:<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><span>-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></span><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">la scuola familiare dovrebbe essere un modo per lasciare ai bambini libera scelta e che le regole di organizzazione del loro “tempo di istruzione” siano in qualche modo decise insieme a loro e non imposte, organizzate dall’alto (nella prospettiva delle esperienze di Neill a Summer Hill)<u>;<o:p></o:p></u></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><span>-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></span><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">la scuola familiare è un modo di assecondare i bisogni dei bambini al di fuori della logica rigida di classificazione dei compiti di apprendimento per età (imparare a leggere entro i sei anni, a far di conto entro i sette, a esprimersi in italiano entro gli otto, e così via);<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><span>-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></span><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">la scuola familiare non dovrebbe essere “solo” una forma di “ripetizione” del modello di istruzione “canonico” attuata tra le mura domestiche, messa in atto da operatori momentaneamente prestati allo scopo (genitori o altri precettori più o meno “occasionali” più o meno professionali) secondo la logica del testo di legge che vuole infatti accertare, con l’esame annuale, le <i>competenze dei genitori</i> ad impartire l’istru zione <i>obbligatoria</i> ai propri figli;<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><span>-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></span><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">la scuola familiare non è riducibile ad una questione di scelta di metodi, regole o tecniche <i>alternativi</i> alla logica dell’alternarsi di compiti – assegnati in forme rigide – e premi/punizioni – decisi in modo sempre arbitrario;<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-left: 42.55pt; text-align: justify; text-indent: -14.2pt; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><span>-<span style="font: normal normal normal 7pt/normal 'Times New Roman'; "> </span></span></span><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">la scuola familiare non è riducibile alla messa in discussione (in crisi, in dubbio…) o alla revisione sistematica (e a qualsiasi altra forma di rielaborazione specialistica) del corpus di saperi comunque istituzionalizzato (che sia il programma ministeriale, il palinsesto della tv, la Bibbia o qualsiasi altra raccolta di testi “sacri”…) che si da “per scontato” sia alla base del processo di “educazione” che si intende mettere in atto.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Riassunto in uno slogan, la Scuola Familiare non si riduce all’alternativa tra Un-Schooling e Home Schooling (Claudio).<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Non a caso, una delle motivazioni forti emerse nello scambio dialogico tra le famiglie presenti all’incontro de <i>La Casotta,</i> è la necessità di difendersi dalla omologazione, dalla distruzione della specificità del messaggio culturale locale, tribale, familiare all’interno del marasma relativistico e consumistico della cultura di massa. Questo timore è alla base di quasi tutti i diversi approcci presentati e accomuna le diverse attese espresse, anche quando queste ultime riguardavano gli aspetti meramente tecnici connessi alla scuola familiare – tipo: sono insegnante e/ma voglio imparare a fare scuola familiare…<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">A questo timore potrebbe rispondere una scuola familiare che sia una forma di <i>scambio</i> <i>multifamiliare</i>, una sorta di “mercatino delle idee”, della creatività, uno spazio dello scambio libero e, perciò, <i>necessariamente</i> creativo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Tutti si sono dichiarati convinti, con Clara espressamente citata da Chiara, che per fare scuola familiare “è necessario avere una vita interessante e del tempo libero”. Il bambino, infatti, non dovrebbe essere il “centro” della vita familiare, il nucleo che ne assorbe tutte le energie e che va “protetto” dalle influenze esterne. Dovrebbe bensì esserne “il motore”, cioè la spinta propulsiva delle scelte di vita dei genitori che lo coinvolgeranno a pieno in tutte le loro esperienze di vita. Esperienze che saranno, perciò, “naturalmente interessanti” e qualificanti l’apprendimento del bambino senza che intenzionalmente i genitori ne determinino in qualche misura gli orientamenti e gli apprendimenti – ora ti insegno a cucinare i fagioli piuttosto che a fare gli aeroplanini di carta…<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Si è giunti a sostenere che l’aspetto di “naturalità” della scelta della scuola familiare dovrebbe, infatti, risiedere in quest’atteggiamento non <i>impositivo</i> – non impongo a mio figlio di fare una vita alternativa perché penso che questo sia un bene per lui – ma <i>propositivo</i> – viviamo insieme questa esperienza, io ascolto i tuoi bisogni, le tue risposte e attraverso un feedback, anche e soprattutto emotivo, ri-oriento il mio comportamento in una direzione piuttosto che in un’altra.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">La scuola familiare può essere intesa, in questa prospettiva, come un corollario “naturalmente conseguente” alla scelta del <i>contatto continuo</i>, come ha proposto Alfonso, del portare i piccoli, di non separarli mai dalla vita degli adulti in nome dei loro presunti bisogni di socializzazione autonoma.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Bisogna, infatti, fare molta chiarezza “interiore” quando si parla di “bisogno di socializzazione” o di “necessità di imparare a socializzare” da parte del bambino. Bisogna, cioè che ci chiariamo: si tratta del <i>nostro</i> desiderio che il bambino impari, o del <i>nostro</i> timore che non impari, a socializzare, e che quindi, resti escluso, che tenda a “fare il solitario”, ecc? Che cosa ci impedisce di scegliere la scuola familiare? Il <i>nostro</i> bisogno che nostro figlio impari il più presto possibile a esercitare su di sé l’autocontrollo per entrare in relazione con persone che non ha scelto, per adattarsi coercitivamente ad un sistema che non comprende, e così via? Non dobbiamo trascurare però il fatto che di tutti questi sforzi di adattamento imposti a nostro figlio, noi genitori siamo responsabili e dovremo, prima o poi, rendergli conto in prima persona – non vale l’argomento: il mondo è così com’è e tu lo impari punto e basta, gli devo offrire anche il mio <i>perché</i>, tendendo conto che il suo comportamento conseguente sarà probabilmente l’adesione a un nostro consiglio, invito, imposizione piuttosto che una sua libera scelta.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Questa esigenza di preservare le facoltà di scelta del bambino, considerandolo a pieno titolo una “persona” e non un “minore” dovrebbe portare, come ha sostenuto Ruggero, a rispondere alle varie “circolari” del Ministero e in particolare all’ultima (che impone l’esame annuale n.d.r.) presentandosi come interlocutori qualificati – sulla base delle esperienze portate a termine – e non solo ideologicamente contrari a una scuola di Stato, a una scuola troppo succube alle logiche del consumismo e del conformismo, alla Scuola come <i>unica</i> struttura rituale in cui hanno luogo i “riti di passaggio”, di accettazione relazionale e di appartenenza sociale.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">La discussione ha portato in luce una serie di timori diffusi circa il senso di inadeguatezza o la paura dei genitori di “non dare abbastanza” ai propri figli attraverso la scuola familiare – in termini di saperi <i>necessari</i> o minimi o istituzionali – anche in relazione al proprio vissuto di scolari non sempre ben integrati o esplicitamente ribelli. A tal proposito, Silvia ha proposto di considerare attentamente quanto sostiene Etain, che consiglia i genitori impegnati in una relazione continua con i propri figli a segnare, a fine giornata, su di un quaderno, tutto quello che si è fatto insieme durante il giorno, per poi scoprire quanto grande sia il patrimonio di conoscenze trasmesso quotidianamente e quanto vasto sia potenzialmente il <i>programma</i> degli argomenti effettivamente trattati da un bambino “seguito”, anche in confronto ai cosiddetti programmi ministeriali… che sono <i>invece</i> solo formalmente portati a termine da una classe ordinaria di scuola dell’obbligo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">In questo senso, Alfonso ha proposto che la discussione e il confronto con le Istituzioni sullo <i>status</i> della scuola familiare andrebbe quindi estesa o canalizzata nel dibattito sul valore legale del titolo di studio che in Italia di fatto blocca tanti aspetti della vita scolastica – l’autonomia, la personalizzazione dei percorsi formativi, la libertà dell’insegnamento, la ricerca pedagogica, ecc.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">La contraddizione è, come ha sottolineato Annalisa, palese: se non ci importa nulla della scuola istituzionale perché dovrebbe importarci qualcosa dell’esito dell’esame? Quindi perché preoccuparsi se l’esame di accertamento dell’operato dei genitori che optano per la scuola familiare – secondo gli attuali orientamenti di legge – passa dalla cadenza ciclica (alla fine del ciclo delle elementari, alla fine dal ciclo delle medie, ecc.) alla cadenza annuale (sic! Vedi testo della circolare ….)?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Se nostro figlio non dovesse superare l’esame noi genitori non rischiamo nulla: né sanzioni né riduzioni della patria potestà. Solo il non conseguimento del titolo di studio: l’obbligo di istruzione lo si considera comunque assolto dalla nostra dichiarazione in cui ci assumiamo la responsabilità dell’educazione di nostro figlio secondo la modalità, prevista dalla legge, della scuola familiare.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><span> </span>A un eventuale insuccesso potrebbe eventualmente seguire, l’anno successivo, la necessità (ma non necessariamente l’obbligo, almeno per ora!) di sottoporsi a una “doppia verifica” (o anche solo alla semplice ripetizione di quella non superata…) e questo in funzione delle ansie da prestazione dei genitori: cioè se e solo se i genitori desiderino “tenere al passo” il proprio figlio con i coetanei frequentanti la scuola dell’obbligo… oppure lasciarlo libero di scegliere se e quando superare le prove corrispondenti ai diversi gradi di svolgimento dei famosi programmi ministeriali…<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Bisogna tuttavia essere sempre “attivi” e vigili per evitare che nel rapporto con le istituzioni, alcune determinate persone – cioè insegnanti, dirigenti o “verificatori” a vario titolo – non preparate o ideologicamente contrarie a qualsiasi forma di deroga dai cammini istituzionalmente previsti, si accaniscano contro il bambino, torturandolo psicologicamente o semplicemente non ascoltandolo, come ha riferito Christine a proposito dell’esperienza di suo figlio Johannes.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Di fatto dall’ascolto delle esperienze portate avanti sino a oggi, è emerso quanto sia piuttosto frequente che, a fronte di una formale disponibilità ad accettare l’allievo “esterno”, molte strutture scolastiche siano, di fatto, totalmente non attrezzate a gestirlo, sia in termini relazionali sia in termini genericamente culturali, per cui non sono infrequenti, purtroppo, i casi di comportamenti che ancorché illeciti – esami a porte chiuse, accanimento su argomenti o schemi logici tipicamente scolastici, svalutazione degli elaborati autonomamente presentati a documentazione dei percorsi formativi e/o educativi svolti – sono gravemente lesivi della dignità del bambino.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Da qui la necessità, sottolineata da Chiara, di tenere strettamente unito e in contatto continuo il gruppo degli operatori della scelta della scuola familiare, anche attraverso incontri come questo de <i>La Casotta,</i> sia per proteggere i bambini da comportamenti vessatori sia per movimentare la discussione a livello sempre più pervasivo degli apparati istituzionali.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Silvia ritiene che sia il caso di “affrontare l’esame” quando ci si sente pronti a mettersi in discussione: l’esame potrebbe essere uno dei tanti modi per evitare il rischio di mettere i propri figli “sotto una campana di vetro”, per favorire il confronto, per affermare “questo è il modo di vivere nostro”, presentarlo ai bambini come una presentazione verso l’esterno, cercando di essere “elastici” nell’accoglierne l’esito…<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">A molti sembra necessario preservare il concetto di “educazione” rispetto a quello di “esperienza”: chi fa scuola familiare non vuole solo ridurre tutto alle esperienze del quotidiano vuole anche trasmettere una cultura, una delle forme di cultura di cui la scuola pubblica non garantisce “più” la trasmissione – sapere contadino, artigiano, religioso-spirituale, magico, sentimentale, emozionale – nonché un diverso rapporto adulto-bambino basato sul rispetto reciproco, su un reale rispetto ascolto bilaterale e mutuamente vantaggioso.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Molto interesse ha suscitato l’esperienza di Loredana che ha iscritto la figlia ad una scuola “normale” con l’obbligo di frequentarla solo una settimana al mese, con grande elasticità di valutazione e di attestazione da parte dell’istituzione in merito alla effettiva frequenza e al lavoro svolto autonomamente dalla famiglia durante le settimane di scuola “familiare”. Anche se si tratta di una scuola particolarmente “attrezzata” – ha “gestito” i bambini degli Elfi per circa un ventennio, con diverse modalità e secondo diversi “accordi” – il modello proposto è sembrato a molti “esportabile” almeno presso le scuole presenti in piccoli centri con problemi di numero di iscritti.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Anche l’esperienza di Jacqueline ha suscitato notevole interesse: la sua famiglia ha due bambine iscritte alla scuola ordinaria, che frequentano regolarmente, mentre al pomeriggio, alla sera o durante le festività e le vacanze, svolgono attività creative o esperienze lavorative con i genitori, portate avanti senza imposizioni con il criterio della libera scelta da parte del bambino e dell’educazione fra pari adulto-bambino (o qualunque altro purché non ripeta lo schema duale maestro-allievo già sperimentato a scuola). Inoltre le bambine com-partecipano alle esperienze relazionali degli adulti che le selezionano in base a vari criteri di opportunità, ricreatività, piacevolezza…<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Ascoltando le esperienze dalla voce dei bambini viene fuori che la scuola non piace perché “bisogna alzarsi presto”, perché i bimbi della scuola sono ostili, ti prendono in giro o fanno cose inutili e ripetitive. Ma è da apprezzare perché se non la frequenti rischi di avere pochi amici. E se ti prendono in giro puoi sempre fartelo entrare da un parte e uscire da quell’altra… le loro opinioni sembrano dunque confermare che gli aspetti più “difficili” della scuola ordinaria sono la rigidezza dell’organizzazione – che non può tenere conto delle esigenze o dei desideri dei singoli bambini – e le dinamiche relazionali imposte dalla stessa organizzazione a gruppi di bambini che non si scelgono in base a reciproche affinità o interessi ma si trovano obbligati a stare lì tutti insieme.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Dall’ascolto delle esperienze, anche indirette, si è maturato il convincimento unanime che sia necessario confrontare <i>gli stili di vita che pratichiamo</i> per capire come avviare pratiche di mutuo sostegno, oltre che di comprensione/conoscenza.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Non a caso si è accesa una discussione sulla definizione “terminologica” di <i>Scuola familiare</i>, chiedendosi perché <i>familiare </i>(in opposizione a pubblica/sociale)? C’è qualcuno che la chiama <i>parentale</i> (che potrebbe essere solo una cattiva traduzione dall’inglese…) o addirittura <i>paterna</i> (in opposizione a <i>materna</i>, viene da supporre…). Claudio ha proposto il termine <i>apprendimento continuo</i>, altri hanno sottolineato il valore di parole come <i>conoscenza</i>, <i>autonomia</i> ed <i>educazione</i> che sarebbe comunque il caso di mettere in evidenza.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); ">Ciò che è apparso evidente, è che a tutti sta stretta essenzialmente la nozione di <i>scuola</i>, che evoca comunque l’idea di un <i>sistema</i>, più che quella di un <i>processo</i>… mentre ciò di cui si è andati discutendo è appunto questo: un <b>processo</b>. Che coinvolga persone, genitori e bambini, piccoli gruppi o intere comunità. Che sia di <i>apprendimento</i> o di <i>educazione</i> – che, come ricorda Annalisa, viene dal latino <i>ex ducere </i>che<i> </i>vuol dire guidare, portare fuori – poco importa. Che sia una costellazione di esperienze e di nozioni sembra quasi scontato e forse inevitabile. Ma che sia un processo, una pratica comune messa in atto da tutti i partecipanti, dove nessuno è soggetto passivo di nessun altro, dove le decisioni sono condivise e le scelte comuni, e non un sistema dato una volta e per tutti. Alfonso ha proposto una “metafora idraulica”: l’educazione è il sistema (qualunque sistema) per travasare la cultura-liquido dal recipiente collettivo istituzionale al recipiente cerebrale individuale. Tutto sta nel capire chi manovra il rubinetto!<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(102, 0, 102);"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(102, 0, 102);"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 1cm; color: rgb(51, 51, 51); "><span style="color: rgb(102, 0, 102); "><o:p> </o:p></span></p></span></div>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-61494430667224997302008-10-29T11:59:00.000-07:002008-11-02T01:46:35.663-08:00Meravigliosi gli anni dei primi passi -parte 1<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPfau-Mg2FxoleQ40uwSylLFhB4SGbMYDKr5DQtEV0f_0ez9hfwRZFk6tj3casx-_CLy40vAZ7CIGt9A-xbX7jRst1-4hoCoJcSHLh7M-uxrTxuYbrCwWbZtf3cuy84CFKOLlVKTjIHmKd/s1600-h/primipassiblog.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 240px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPfau-Mg2FxoleQ40uwSylLFhB4SGbMYDKr5DQtEV0f_0ez9hfwRZFk6tj3casx-_CLy40vAZ7CIGt9A-xbX7jRst1-4hoCoJcSHLh7M-uxrTxuYbrCwWbZtf3cuy84CFKOLlVKTjIHmKd/s320/primipassiblog.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5262654868693005394" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style="color: rgb(51, 51, 51); font-family:'Trebuchet MS';font-size:13px;"><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Handwriting - Dakota';">Premessa: ci sono due parole che in inglese sono esaustive e rendono molto bene l’idea di ciò che descrivono ma che in italiano io non so tradurre e sono ‘bonding’ e ‘attachment’. Letteralmente sarebbero qualcosa tipo ‘legame ‘ed ‘attaccamento’ che in italiano sono un po’ bruttini e non rendono l’idea (forse anche perché nella nostra cultura a queste parole si dà una accezione piuttosto negativa, quasi una debolezza…chissà). Si tratta dello stretto legame emotivo affettivo intuitivo che si crea tra genitori e bimbi se nella relazione si privilegiano il contatto fisico e l’ascolto e il rispetto dei bisogni del bambino (partorire indisturbati, non essere separati dalla madre, essere portati addosso, in braccio o con una fasci, dormire insieme, allattare al seno a richiesta…)…io le ho lasciate bruttine così quando non ho trovato perifrasi adatte…accontentatevi.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Handwriting - Dakota';"><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';">Naomi Aldort celebra i meravigliosi primi passi – The Mother n.30 sett/ott 2008<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';"><o:p> </o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';">Come neonati sembrano angelici, poi, un giorno, il mostro esce dal sacco. Spesso i genitori mi chiamano, perplessi e confusi: “Ho fatto tutto correttamente” dice una mamma, “Jimmy è nato in modo pacifico, è ancora allattato a richiesta, dorme con me, e l’ho portato tutto il tempo…come mai è così difficile ora a (2, 3, 4 anni)?”.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';">Ciò che accade è il meraviglioso risultato di una relazione di fiducia e di un legame profondo incoraggiato da un salutare attaccamento. Il bambino ora si fida di te assolutamente, e in questa fiducia dà per sconato giustamente che tu sei dalla sua parte e che lui è sicuro, e benvenuto se spiega le sue ali. Il modo in cui i piccoli uomini spiegano le loro ali, comunque, non sempre conviene agli adulti, ed è qui che iniziano i problemi.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';">Non è conveniente quando il bimbo ci sbava addosso, ci bagna, impiastriccia il pavimento col cibo, o si sveglia sette volte in una notte – tuttavia nella nosta fiducia che questi siano suoi bisogni e nel nostro impegno nell’accudimento con attaccamento, li accettiamo con amore e senza giudizi. La transizione da un bambino indifeso ad uno che si muove automomamente e che si sta rendendo consapevole di sé, può essere fuorviante, e molti genitori erronaeamente in questo momento cambiano approccio. Essi spostano la loro attitudine dalla totale fiducia e accetazione, a una di insegnamenti e battaglie.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';">Un padre mi confessò che si pentiva dell’approccio ‘con attaccamento’ che lui e sua moglie avevano messoin pratica con la loro figlia. A quattro anni lei era ‘sfrenata ed esigente’, mentre il bimbo dei loro amici è così ‘collaborativo’, e quel bimbo era cresciuto con un passeggino e con la babysitter.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';">Dal momento che ricevo questa notiza molte volte, da diversi genitori, non posso dire che si tratta solo di una differenza nella personalità del bambino. La domanda è: l’altro bambino è <i>davvero</i> collaborativo, o è solo più obbediente e rassegnato?D’altro canto il nostro bimbo che ha sperimentato fiducia e attaccamento è davvero sfrenato e esigente o piuttosto molto vitale e autorevole?<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span style=" ;font-family:'Apple Casual';"><span> </span>E se la mia assunzione è valida, allora la difficoltà <i>non</i> è nel bambino, ma in noi, i genitori. Forse ciò che ci serve è un’estensione dell’attitudine dell’attaccamento, con tutta la fiducia e il riconoscimento che ne seguono, per molti più anni.</span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-family:'Apple Casual';"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-family:'Apple Casual';"><span class="Apple-style-span" style=" ;font-family:'Handwriting - Dakota';"> Il resto la prossima puntata .</span><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="color: rgb(51, 51, 51); "><span class="Apple-style-span" style="font-family:'Handwriting - Dakota';">per chi volesse andare a vedere chi è l'autrice www.NaomiAldort.com oppure www.AuthenticParent.com</span></p></span>igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-65718581268164284882008-10-27T03:45:00.000-07:002008-10-27T03:49:20.646-07:00Muore dopo cesareoUna curiosità così...non se ne parla mai...sui 'rischi' che una donna corre col parto fisiologico si riempono pagine e pagine e mi sono chiesta....ma ci sarà qualcosa sui rischi derivanti da una operazione chirurgica stra - abusata? ho fatto una ricerca su Google inserendo 'muore dopo cesareo'. Fatelo e leggete. Poi incazzatevi perchè comunque si scrive 'donna muore di parto' o 'era stata fatta una anestesia totale perchè la donna non era collaborativa'. Animali che vanno al macello, non donne.igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7942569854854254461.post-73124866398272097582008-10-27T03:39:00.000-07:002008-10-27T03:44:55.998-07:00Tatto contattoCorso di massaggio al bambino per conservare la relazione tattile nella relazione madre/bambino a cura di associazione Terrapraena - via ventaglieri 77 per info : terrapraena@yahoo.it oppurre cell.3351721875igeahttp://www.blogger.com/profile/07415619105488642063noreply@blogger.com0