Rispondo quasi ogni giorno a pressanti domande,poste da chiunque, anche dal salumiere che molto probabilmente non brilla di cooperazione nelle scelte educative dei suoi figli(quel salumiere…non i salumieri…), sul perché non mando mio figlio all’asilo.
E quasi ogni settimana rispondo (o cerco di difendermi glissando)a interrogatori ancor più pressanti , posti questi dai quei pochi a cui ho avuto la sventurata idea di dire di questa mia folle convinzione, sul perché non voglio mandare mio figlio a scuola dopo.
L’argomento principe è:ma un bambino ha bisogno di socializzare.Non voglio dilungarmi qui in elucubrazioni dotte su cosa vogliamo intendere per socializzare (essere costretti 5 ore al giorno seduti in un banco a fianco di uno o una che nella maggior parti dei casi non ha nulla a che vedere con te, essendo cazziato alla minima parola che scambi?).
Non mi dilungo ho promesso.
Voglio solo raccontare i fatti miei.
Perché oggi sono molto felice. Abbiamo passato una giornata meravigliosa.Carnevale di Scampia, organizzato dal Gridas.
Dopo la sfilata e la sosta al campo Rom Artù era stanco, voleva andare a casa...e mentre aspettavamo che arrivassero tutti per iniziare a mangiare, io, contro i miei principi non interventisti, gli suggerivo ammiccante la presenza di altri bambini e bambine.
Non so cosa vuol dire socializzare ma so di cosa ha bisogno mio figlio che i bambini non se li è cacati di striscio ma ha in ordine:
-rimorchiato chiunque avesse un pezzo di pizza in mano;
-fatto mille effusioni ai nostri meraviglioso amici Tosimo e Giange (parole di Artù);
-ballato estasiato alla musica della Titubanda (come non rimanere estasiati);
-fatto amicizia con le belle e simpatiche componenti della Malamurga (la musica è musica...ma è omm' e un po' il fariniello lo fa...);
-provato un qualsiasi strumento lasciato non accudito (con estremo rispetto e delicatezza)e anche alcuni in mano a suonatori contenti della sua passione;
-pianto quando era ora di andare via.
Il tutto in piena autonomia e a debita distanza da me.Questo per rispondere a chi dice che allattarlo ancora al seno,portarlo in fascia, farlo dormire nel lettone fà di lui un essere dipendente e mammone.
Non che in altre occasioni non gradisca la compagnia di coetanei (poche volte per ora e se non c'è di meglio da fare)ma mi piace sapere che sia lui a scegliere se,come e quando.
E mi piace che viva la nostra vita con noi e non una riproduzione finta della vita in cui qualcuno (che di certo non è il bambino) decide cosa è giusto che si faccia si dica si pensi.
Non mi dovevo dilungare.
Oggi eravamo felici. Non possiamo esserlo ogni giorno,facendo ciò che più ci aggrada, senza aspettare il dì di festa?
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