lunedì 23 luglio 2012

Onda su onda

E' estate e le onde del mare ci accarezzano e ci rendono più sopportabile il caldo. Ma mentre cerchiamo di rillassarci sulla spiaggia, cercando di connetterci col respiro di Madre Terra e radicarci, altre onde ci avvolgono e sicuramente non sono per il nostro corpo e per la nostra psiche il dolce effetto massaggiante di quelle marine

Copio un passo dal libro: Difendersi dall'elettrosmog Ulrich Kurt Dierssen Stefan Bronnle Terranuova Edizioni

"molto sorprendenti sono stati i risultati di due grandi studi epidemiologici, uno studio caso-controllo e uno studio di coorte prospettico, pubblicati nel 2000, che hanno mostrato su dati californiani, l'esistenza di una correlazione tra aborti spontanei e valori massimi di esposizione a campi magnetici.In particolare, mettendo in relazione il numero di aborti spontanei durante le prime 20 settimane di gravidanza in presenza di campi magnetici alternati di frequenza pari a 60 Hz, è stata trovata una relazione tra incidenza e valori di densità di flusso superiori a 1600 nanoTesla, misurati per mezzo di dosimetri personali. Non è stata invece scoperta nessuna rrelazione tra incidenza e livello medio di esposizione.In particolare il 75% delle donne erano esposte a punte di campo magnetico superiori a 1660nT e il 40% degli aborti spontanei risultavano associati a densità di flusso maggiori di tale soglia.Applicando questo risultato all'Austria, si ottine una stima di 5800 aborti spontanei l'anno.Per fare un confronto, l'austria registra circa 1000 morti l'anno a causa di incidenti di traffico."

Ho scelto un passo tra tanti,parlava di gravidanza e quindi era forse più in tema di altri ...
Gli studi a cui si fa riferimento sono questi :

Lee GM,neutra RR,Hristova L, Yost M, Hiatt RA a nested case control study of residential and personalmagnetic field measures and miscarriages Epidemiology 2002

Li DK, Odouli R,Wi s,Janevic T,Goldtich i, Bracken TD, Senior R,Rankin R,Iriye R A population-based prospective cohort study of personal exposure to magnetic fields during pregnacy and the risk of miscarriage Epidemiology 2002

Penso che per chi lavora attorno alla gravidanza sia una buona norma morale imparare a parlare di campi elettromagnetici alle donne incinte.

sabato 30 giugno 2012

Scuola familiare. imparare insieme


Mamma ma perché per andare dai nonni prendiamo sempre la nave?

Tutto inizia sempre da una domanda. Una curiosità che si accende all'improvviso, sembra, ma che cova da un po', il tempo di raccogliere dati, collegarli, vedere cosa manca per chiudere il cerchio.

Una domanda, si sa, tira l'altra. L'isola, la Sicilia, lo stretto.

Sulla carta geografica si seguono segni ancora troppo astratti. Non che non serva, ma non è abbastanza reale. Verrà conservata, lo so, in una allocazione di memoria fin quando, poi, un programma che ha bisogno proprio di quella informazione per poter girare, la scoverà e farà sovrapporre i segni con la terra che simboleggiano.

E' estate, vacanza, per chi va a scuola. Un tempo di autonomia come un altro, per noi. Dunque si parte. Destinazione: il duemari.

Io non ci sono mai stata: dunque è un viaggio di istruzione anche per me.

È da un po' che durante le attività quotidiane mi viene da tradurre in scolastichese ciò che stiamo vivendo. La probabilità di dover sostenere un esame di verifica mi induce a trovare una cornice adatta (e comprensibile a chi non condivide la nostra visione) per mostrare che le nostre esperienze sono apprendimento. Nonostante siano mescolate nella vita di tutti i giorni e siano sempre divertenti. Nonostante siano l'esatto opposto della scuola. Anzi proprio per questo, ma non glielo facciamo notare.

Così da insegnante mi chiedo, tra il serio e il faceto, e ora che materia stiamo svolgendo?
Credo proverò a tenere un diario.
In questi tre giorni abbiamo (questo è banale) studiato geografia. Nessuna lezione. Dove andiamo? A Nord. Orientamento. E quella terra che vediamo cos'è? La Calabria. Si può andare a nuoto? Quanto è distante? Ci sono gli squali? I pesce spada ci sono sempre? Li pescano solo qui? Biologia. O nel linguaggio delle scuole basse, scienze.

Perché lo chiami sempre il due mari? Oceanografia. Le correnti. Letteratura. Il duemari. Lo Scill'e Cariddi. Perché io sono qui sulle orme di 'Ndria Cambrìa, con la testa piena di suggestioni letterarie.

Camminando lungo il profilo della terra....”Mamma! Ma perché qui non si vede più la Calabria?” È proprio tutto lì il senso...è questa magia che siamo venuti a inseguire e forse mi sembra di aver barato un po', io lo sapevo da prima che andavamo incontro a questo. Ma perché allora ha funzionato lo stesso? Perché la mia emozione è autentica. Perché sto facendo una cosa che piace a me; perché esploro per davvero, per il gusto di esplorare e non perché 'devo mostrargli lo stretto'. E loro dunque seguono il mio cuore.

Il due mari. Camminando sulla spiaggia, il corpo ricorderà... la sabbia che diventa gradualmente riva di sassi, il blu che diventa verde, il freddo gelido che diventa tiepido. E, a mare, quella linea netta, ben visibile, tratteggiata di vortici, un susseguirsi di figure di interferenza. Come faceva Ciccina Circè, di notte, con la sua barchetta, a dimenarcisi, mi chiedo.



Loro seguono il mio cuore e io seguo il loro. La loro autentica curiosità e il loro stupore mi fanno infine affezionare al Pilone (che ci insegna le parole archeologia industriale, Signora Maestra, e qualche concetto sull'elettricità e la sua trasmissione) che, se fosse stato per me, non avrebbe suscitato grande ammirazione. Ma Arturo lo vuol vedere da tutte le angolazioni, di giorno e con il buio,andarci sotto, vorrebbe arrampicarcisi, ci si fa fotografare insieme e lo vuol fotografare tutto, dovendo per questo 'per forza' imparare le leggi della prospettiva, lottando per un tempo abbastanza lungo con l'impossibilità di farcelo entrare tutto nella foto, da così vicino, e risolvendo per fare tre foto che poi vorrà comporre a casa.

A proposito di foto,il parco letterario Horcynus Orca ci ha regalato una bella mostra fotografica e una mostra di arte contemporanea che Arturo e Cosimo hanno preferito alla sala museale di esposizione permanente che normalmente viene suggerita come percorso didattico per i bambini (a me invece l'algario è piaciuto tantissimo). Ma questo già non fa più parte dei programmi scolastici. Guardar fotografie. Opere d'arte contemporanee. Solo perché son belle. Senza che ci sia uno scopo. Educazione all'immagine?
Educazione alla bellezza? Percorso didattico tra le emozioni? Traduzione di sentimenti?

Così come non potremmo mettere nel nostro programma scolastico le ore passate a osservar sassi. Bellissimi. “Orati”, dice Arturo, e siccome non mi chiede di cosa son fatti (che comunque non saprei rispondere) restano “orati” perché son veramente magici ed è bello che lo restino. Mentre per Cosimo quelli bianchi bianchi sono i migliori. E comunque fanno sorgere un dubbio: “Mamma come si riconosce una pietra focaia?” Ahimè non lo so... Ma vedo che tra tutte le suggestioni e meraviglie di questo viaggio l'attenzione di Arturo è in massima parte attratta dalla voglia di montare da sé la tenda, dal prepararsi da solo un giaciglio accogliente, da come risolvere pacificamente le nostre relazioni con le formiche, preservando il nostro cibo.... insomma le cose serie della vita!
Le cose serie della vita, i giochi, le favole, le cose di bimbi, Cola Pesce e Scilla che proprio su quella spiaggetta lì conobbe Glauco e i miei bimbi accolgono la scoperta con estrema serietà perché le favole son serie.

E su quella bandiera cosa c'è scritto? No al ponte. Che ponte? Perché?
Tante cose nuove, tra una granita e l'altra, dopo un giro in giostra e un tuffo a mare. Fluendo insieme a tutto il resto e facendo sembrare un nulla quello che invece, scritto qui, sembra un monte di roba. Certo, lo sarebbe, se ci fossimo messi in testa di impararlo apposta. Ma non ce ne siamo quasi accorti.

Tante domande e osservazioni che non si possono scrivere tutte. Io quello che ho sperimentato e ho riscoperto, visto che già ci credevo prima, è l'impossibilità di dare un ordine al sapere. Discriminare tra cosa è importante e cosa no. Cosa è degno d'attenzione e cosa di seconda scelta. Dipende, da me da te, da quando...

E c'è sempre l'imprevedibile, tanto che, scendendo dalla macchina, al rientro a casa, correndo ad abbracciare papà, Arturo come prima cosa grida : “Papà! Abbiamo visto tanti topi!”. Che ahimè è vero e mi risuona dentro quella domanda a cui non ho saputo dar risposta: “Perché è tanto sporco?”.