Un giorno di circa tre anni fa mi trovavo ai giardinetti con mio figlio di poco meno di un anno.Mi siedo ad allattare e nel giro di pochi minuti mi trovo attorniata da una piccola folla di bimbi e bimbe.Qualcuno veniva richiamato dalla mamma che, con voce imbarazzata, intimava di non essere invadente e non disturbare ma che evidentemente dentro di sè non era del tutto convinta che quello fosse uno spettacolo adatto al suo piccolo.
Ad un tratto una bimba si fa coraggio e chiede "Ma cosa fa?".Ho impiegato alcuni secondi per superare stupore e avvilimento e capire che semplicemente nessuno di loro aveva mai visto una mamma allattare al seno suo figlio.
Mi sono ritrovata a fare una piccola lezione di fisiologia e ho trovato dei sorrisi aperti e inteneriti ad accogliere i segreti della naturale sopravvivenza umana. A dire il vero il mio senso di ironia un po' tagliente, con cui a volte affronto le difficoltà, mi ha fatto subito immaginare dei fumetti sulle loro teste con la scritta : "Ah! A questo servono le tette!"
Questa esperienza ha aperto un mondo davanti a me.
Da quando è nato il mio primo figlio mi sono messa all'opera formandomi per dare sostegno ad altre donne nel percorso gravidanza, parto, allattamento.E ho speso molto tempo a raccogliere 'contro'informazioni e diffonderle.
Quel giorno ho pensato che c'era un motivo piuttosto evidente del perchè, nonostante l'ostetrica che fa il corso preparto in zona desse a tutte le migliori informazioni, a 10 su 12 è finita che il bimbo è stato estratto dal ventre tramite un'operazione di chirurgia addominale, e 9 su 12 non hanno 'avuto fortuna' e 'non hanno potuto allattarlo' per i motivi più disparati.
Non ci si improvvisa nutrici in sei incontri di corso preparto.Non si metabolizza e rivive criticamente una vita di messaggi subliminali, di pubblicità di prodotti per bimbi con padri felici che allattano con il biberon, di montagne di libri con animaletti con ciuccio e biberon ...anche i mitici ecologici Barbapapà allattano la piccola Alice col biberon!
Una pressione talmente forte che anche il mio Arturo, che tra poco taglia il traguardo del quarto anno di ciucciate, un dì di qualche settimana fa mi ha chiesto di comprargli il latte finto e il biberon come gli altri (sue testuali parole...meno male che sotto sotto sa che è finto!!!).
E allora se queste bimbe non vedono allattare molto probabilmente non allatterano.
E allora ogni volta che tiro fuori la tetta in pubblico penso che sto facendo un lavoro altrettanto utile di quando organizzo i cerchi di condivisione del gruppo di auto aiuto.
E allora da quel giorno regalo ogni anno il calendario dell'IBFAN al consultorio, per 'ringraziarli del loro lavoro', nella speranza che qualche seme di fiducia attecchisca nelle donne che sono lì sedute ad aspettare il loro turno e che si trovano a guardare oltre le inevitabili pubblicità(alla faccia del codice internazionale!) anche qualche sana ciucciata come MammaNatura comanda.
E allora quando posso regalo foto di me che allatto; alla mia amica che ha la libreria, alla mia amica che ha la bottega del commercio equo a chi insomma può tenerle in vista e combatto così nel mio piccolo con le stesse armi dei 'cattivi' ,sperando che, non sentendosi sole e strane, altre mamme pian piano vengano allo scoperto.
Chissà, mi chiedo, quanto ci vorrà perchè gli occhi e il cuore si riabituino al nostro mondo finora fin troppo sommerso.